21 Maggio 2012, h. 00:00

Parte da Bari la ripresa economica del Mezzogiorno

“Verso nuovi orizzonti” è il titolo scelto da Confartigianato per la Convention del Mezzogiorno 2012, che il 17 e 18 maggio ha animato la sala conferenze del Palace Hotel di Bari. I nuovi orizzonti sono gli scenari che Confartigianato e tutto il mondo della piccola impresa del Sud Italia vuole disegnare per rilanciare l’economia di un territorio storicamente in difficoltà, ma che oggi, complice la crisi del mercato interno e di quello mondiale, ha subito un’ulteriore e drastica frenata. “I problemi del Sud, ormai, sono i problemi di tutta Italia – ha detto Francesco Sgherza, vicepresidente di Confartigianato con delega al Mezzogiorno – E’ chiaro che quelle vecchie questioni che riguardano il Mezzogiorno aggravano le posizioni delle nostre imprese rispetto a quelle del Centro – Nord”. Un accesso al credito sempre più difficile per imprese e cittadini, lo Stato che non paga le proprie fatture e, quando lo fa, con tempi esageratamente lunghi per i bilanci delle piccole imprese. A questi, va aggiunto il patto di stabilità che vincola gli enti locali sulla misura e la quantità degli investimenti. “Se non si ridiscute la regola infame del patto di stabilità, la crescita sarà un miraggio irraggiungibile – ha detto senza mezzi termini il Governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola – Bisogna velocemente togliere dal collo degli enti pubblici, a cominciare dalle Regioni, questo cappio che sta strangolando le nostre economie. E’ ridicolo avere le casseforti piene di liquidità e non poter erogare i finanziamenti dovuti alle imprese. E’ ridicolo, inspiegabile”. Tutte difficoltà che negli ultimi mesi hanno intasato le pagine economiche dei quotidiani e che continuano a disturbare il sonno di centinaia di imprenditori artigiani italiani. Oltre a questi problemi, il Mezzogiorno paga un ritardo infrastrutturale cronico, l’incapacità di sfruttare appieno le possibilità offerte dai fondi europei ed il radicamento della criminalità organizzata. I numeri dell’Ufficio studi di Confartigianato non lasciano spazio all’immaginazione. La fantozziana Salerno – Reggio, iniziata 51 anni fa, costa 21,7 milioni di euro a chilometro. E ne restano da costruire ancora 140. Negli ultimi dieci anni, la criminalità organizzata nel Mezzogiorno ha prodotto costi aggiuntivi per 96 miliardi di euro. E mentre nel Sud aumenta la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, quasi l’80% dei fondi comunitari per lo sviluppo rimane inutilizzato. “Manca un disegno di politica industriale – ha dichiarato Luca Bianchi, vicedirettore dello Svimez – Non si può fare sviluppo in un’area grande come il Sud Italia rinunciando al tessuto industriale. Questo non vuol dire dare incentivi come in passato, ma innanzitutto orientare la domanda pubblica, che deve essere una domanda di qualità. Le amministrazioni pubbliche non possono acquistare prodotti di bassa qualità ma prodotti ad alta innovazione. E’ così che si stimola il mercato all’innovazione. Secondo punto, fare politiche selettive sull’innovazione, anche qui con incentivi alle imprese si, ma molto selettivi e controllati. Infine, andrebbe completato un sistema infrastrutturale che è assolutamente inadeguato”. La necessità di un piano industriale per il Mezzogiorno è un passaggio fondamentale anche per Anna Giunta, docente di economia alla terza università di Roma, che ha sottolineato l’importanza di sviluppare politiche per l’innovazione di prodotto, di processo e per l’internazionalizzazione della micro impresa del Sud Italia. Alla Convention del Mezzogiorno di Confartigianato sono intervenuti anche il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, e cinque imprenditori che hanno raccontato le proprie storie di successi e di difficoltà nel mezzogiorno che fa impresa.

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