26 Settembre 2011, h. 00:00

“Viva l’Italia”, 150 anni di storia di patrioti e artigiani

viva l'italiaViva l’italia era un motto, un grido di battaglia e al tempo stesso di speranza. Durante il Festival della persona, questo motto è diventato il filo conduttore di due eventi culturali organizzati per celebrare i 150 dell’Italia unita in una città, come arezzo, che ha dato i natali a tanti italiani illustri, dal Vasari a Guido Monaco, dal Petrarca a Piero della Francesca. Viva l’Italia è il titolo del libro e dello spettacolo teatrale che Aldo Cazzullo, inviato del Corriere della Sera, ha portato in scena all’ombra del duomo di Arezzo e che ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico. “Nel libro e nello spettacolo racconto storie di uomini e di donne, tantissime donne, per i quali l’Italia era un ideale che valeva la vita e per i quali le ultime parole furono “Viva l’Italia!” – ha spiegato Aldo Cazzullo, scrittore e firma di punta del Corriere della Sera – donne e uomini del Risorgimento e della Resistenza. Però, penso che anche oggi ci siano molti italiani di cui possiamo andare fieri. Insegnanti, operai, artigiani ed imprenditori, quegli italiani che stringono i denti in tempi di crisi. Io penso che anche oggi abbiamo molti motivi per ripetere quel grido, “Viva l’Italia!”. Viva l’Italia, però, è anche il titolo del volume che Confartigianato ha pubblicato e fortemente voluto per celebrare gli artigiani che hanno combattuto in prima persona per l’Unità d’Italia, versando sangue, e spesso la vita, in nome di quegli ideali risorgimentali che hanno portato alla nascita di un unico grande stato italiano. Tullio Fazzolari, il curatore di quel volume, ha condotto il pubblico aretino in un viaggio nella storia del paese e nelle storie di quegli artigiani. “Ci è sembrato più giusto ricordare loro che hanno fatto l’Italia, piuttosto che quegli artigiani, che con serietà e coscienziosamente, lavorano tutti i giorni per l’economia di un paese unito grazie a quei personaggi che abbiamo voluto ricordare”, ha detto Tullio Fazzolari. Un’opera importante di ricerca e di studio che ha portato alla scoperta di tante storie di artigiani e piccoli imprenditori. “Di storie ce ne sono diverse. Certamente, quella di Francesco Nullo da Bergamo, che poteva diventare un grande industriale ma che ha preferito combattere per questo ideale risorgimentale. Per lui, l’Italia era più importante. Dirò di più – ha aggiunto Fazzolari – muore in Polonia per la libertà dei polacchi. Quindi, era importante la libertà, non soltanto la propria patria. Oltre a lui, è particolare la storia di questo barone, senatore e generale piemontese, Paolo Solaroli, che in realtà aveva cominciato facendo il sarto. Di storie ne abbiamo trovate tante – ha poi concluso – ma quello che è più importante, secondo me, è che tutti si ritrovano su uno stesso ideale. Questo, forse, è quello che manca oggi”. Delle attuali dinamiche economiche e culturali del nostro paese ha parlato anche Aldo Cazzullo, che davanti ad una platea di piccoli imprenditori ha fatto un passaggio, significativo, sull’enorme ricchezza rappresentata dal made in Italy, un indiscutibile patrimonio per tutto il paese. “Io sono molto critico dell’Italia di oggi, ma sono molto ottimista sull’Italia di domani. Siamo seduti sopra casse d’oro – ha spiegato lo scrittore e giornalista – In Cina, in India, in Brasile, non soltanto negli Stati Uniti e in Germania dove già ci conoscono, c’è una fortissima richiesta di prodotti italiani. Credo, quindi, che le opportunità per il futuro siano grandi e che i piccoli imprenditori e gli artigiani siano tra gli italiani di cui dobbiamo essere orgogliosi ancora oggi. Loro hanno il merito di tenere aperta l’impresa, anche impoverendo il proprio patrimonio personale. Teniamo duro ancora per questi mesi – ha poi concluso – perché sono sicuro che il domani ci appartenga”.

SINOSSI
“Celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia è anche per Confartigianato non soltanto un dovere civico, ma un impegno morale e un motivo di legittimo orgoglio. Gli artigiani sono, e sono stati in questo secolo e mezzo, una componente fondamentale della comunità nazionale. Lavoriamo e viviamo ogni giorno a stretto contatto con i nostri concittadini, ne condividiamo gli entusiasmi e le preoccupazioni con un rapporto che è sempre più umano che professionale. Siamo, innanzitutto, italiani fra gli italiani. Lo siamo sempre stati in questi 150 anni e a pieno titolo possiamo sentirci al pari di altre categorie un fattore di coesione sociale, un elemento di aggregazione per la collettività”.

VIVA L’ITALIA
Gli artigiani che fecero l’Italia
Confartigianato Imprese
MARZO 2011
pp. 230

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