29 Marzo 2011, h. 00:00
Giustizia: Arriva l’obbligo di conciliazione, meno liti in tribunale
Con oltre 4.700 cause ogni 100.000 abitanti, l’Italia è appena fuori dal podio dei Paesi più litigiosi d’Europa, solo Russia, Belgio e Lituania fanno peggio di noi. Il vizio tutto italiano del ‘mi faccia causa’, unito alle carenze strutturali della macchina complessiva della giustizia, hanno finito per seppellire sotto una montagna di 5milioni 600mila cause i tribunali che attualmente impiegano circa 100 mesi per mettere la parola fine a una causa civile. Ma da ora in avanti, per imboccare la via del contenzioso – e dunque continuare a ingolfare una macchina che si muove a malapena – sarà prima obbligatorio tentare di fare pace fuori dalle aule dei tribunali. Dal 21 marzo, infatti, è operativo uno dei cardini della riforma della giustizia firmata Angelino Alfano: l’obbligatorietà della mediazione extragiudiziale per le più frequenti cause di litigio tra imprese o privati. D’ora innanzi, per aver ragione su contratti di locazione, successioni ereditarie, contratti assicurativi o bancari, risarcimenti danni da responsabilità medica o diffamazione a mezzo stampa, comodati, affitti di imprese, patti di famiglia e diritti reali, bisognerà rivolgersi, in prima battuta, al ‘risolutore di conflitti’. Questa nuova figura professionale – non necessariamente di formazione giuridica, anche un ingegnere o un medico vanno bene, purché abbiano partecipato a una formazione specifica di 50 ore e facciano parte di uno dei 630 organismi riconosciuti dal ministero della Giustizia – proverà a guidare le parti verso un accordo. <i>“Le parti </i>– ha detto il ministro Alfano nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa – <i>anziché trovarsi davanti a un giudice per nove anni (ndr. tanto dura in media una causa civile), possono con una stretta di mano chiudere la vertenza, grazie a un mediatore professionale in 120 giorni”. </i>Il Guardasigilli assicura dunque <i>‘tempi certi’ </i>al posto della <i>‘boxe nel ring di un processo che può durare fino a 100 mesi’ . </i>Se poi la soluzione pacifica non viene trovata entro i 4 mesi prefissati, <i>‘i cittadini</i> – assicura Alfano –<i> possono sempre far ricorso al loro giudice naturale’.</i> Per sapere se la conciliazione funzionerà davvero bisognerà attendere i prossimi mesi. Nel frattempo Confartigianato sottolinea come nello strumento siano state recepite molte istanze della Confederazione, in particolare i principi di informalità, celerità e flessibilità e la previsione di costi procedurali contenuti. Elementi che dovrebbero garantire un’ampia accessibilità allo strumento da parte delle piccole imprese.
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