18 Marzo 2011, h. 00:00
Federalismo, Sistri e Statuto, le imprese al centro dell’agenda politica italiana
Un esponente della maggioranza, Raffaello Vignali, uno dell’opposizione, Stefano Fassina, ed il Presidente Giorgio Guerrini a confronto sui tanti temi dell’attualità politica italiana. La tavola rotonda istituzionale moderata dal vicedirettore del giornale, Nicola Porro, ha preso il via da un riferimento culturale, un primo blocco alla libera impresa nel nostro Paese. “Se non creiamo il clima culturale favorevole all’impresa diventa complicato tutto – ha sottolineato Giorgio Guerrini – Perché in Italia, questo è chiaro, non esiste un contesto sociale ed economico favorevole all’impresa. Purtroppo”. Il rapporto tra Stato ed impresa è un legame instabile storico del nostro Paese, accentuato ancor di più dall’attuale incertezza politica. Se ne è detto convinto Stefano Fassina, il responsabile del settore “economia e lavoro” del Partito democratico. “Io credo – ha detto il parlamentare – che le parti sociali ci possano aiutare a mettere al centro dell’agenda politica gli interessi veri del Paese”. Analisi generali di contesto ma non solo. Sul palco del Convitto della Calza di Firenze sono stati portati anche esempi pratici di un Paese che non aiuta gli imprenditori, che vive di una cultura del sospetto che imbriglia le imprese. Per Raffaello Vignali, il padre di quello Statuto delle imprese che il 14 marzo approderà all’aula della Camera, il Sistri è l’esempio più emblematico di questo malcostume. “Prendiamo il Sistri, un caso anche recente. Visto che in Italia esiste un potere forte esercitato dalle ecomafie, è stato pensato il Sistri. Così, un imbianchino diventa un trasportatore di sostanze tossico-nocive, una parrucchiera ha gli obblighi dell’Eni, un barbiere ha gli obblighi di un ospedale, ma siamo impazziti? – ha detto Vignali scatenando l’applauso della platea – Questa è la cultura del sospetto che grava sugli imprednitori italiani”. Oggi, però, quando si parla di imprese, l’attualità politica italiana fa rima con federalismo municipale e con l’IMU, la nuova imposta municipale legata agli immobili produttivi. “Mi metto nei panni di un sindaco che deve aumentare le tasse. Sceglierà di alzare le imposte sulle imprese o sui cittadini?”, ha chiesto provocatoriamente Raffaello Vignali. La risposta, “parliamoci chiaro, è sulle imprese”. Sul palco, in effetti, un sindaco è salito. Matteo Renzi, primo cittadino di Firenze, ha chiuso di fatto la due giorni di lavori con una riflessione critica sui tagli del federalismo. “In questo modo, hai tolto dei denari che non hai restituito, rischiando che con il federalismo aumentino le imposte locali”.
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