22 Febbraio 2011, h. 00:00

Dai distretti del made in Italy la scossa anti-crisi

L’export ha trainato i distretti del Made in Italy fuori dalla recessione, ma la strada per riconquistare le posizioni perse è ancora tutta in salita. Tra le imprese distrettuali domina un cauto ottimismo: nel 2011 produzione e fatturati sono visti in crescita. Ma il clima generale resta di attesa, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione: solo il 6% delle imprese potenzierà gli organici, mentre il 30% farà ancora ricorso agli ammortizzatori sociali. E’ la fotografia che emerge dal secondo rapporto dell’ “Osservatorio nazionale dei distretti italiani’ frutto di un monitoraggio che ha coinvolto Confartigianato e gli altri protagonisti della vita sociale, economica, finanziaria del Paese. Sotto la lente lo straordinario patrimonio produttivo del nostro paese, i 101 distretti manifatturieri in cui operano 286.000 imprese (prevalentemente piccole) con 1,57 milioni di addetti che realizzano export per 75 miliardi di euro. La crisi ha aperto grandi rivoluzioni nel sistema dei distretti con i territori produttivi del nord tirano la carretta anche per gli altri. Cresce la dimensione media delle imprese in un contesto di grande selettività che premia le aziende migliori, mentre quelle marginali rischiano la chiusura. Cambiamento, è questa la grande lezione della crisi, un termine che ricorre con più frequenza nel Dossier. Un cambiamento che riguarda le imprese, chiamate a sperimentare nuovi modelli centrati su flessibilità, efficienza, innovazione, ma anche i distretti che devono rendersi più flessibili per favorire al loro interno intrecci sempre più articolati. Dal palco di Unioncamere il Presidente di Confartigianato e Rete Imprese Italia Giorgio Guerrini, ha sollecitato politiche a sostegno di distretti e imprese per agganciare la ripresa. <i>’Si chiede alle aziende di essere sempre più produttive – ha spiegato Guerrini – ma la competitività deve essere anche dei territori, che devono competere per qualità dei servizi e delle infrastrutture’.</i> Che le performance delle imprese siano fortemente condizionate dalla loro collocazione geografica, lo certifica nel Dossier un’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha definito la mappa dei territori più favorevoli a fare impresa. Ne viene fuori che l’area del porfido e delle pietre Trentine è il distretto dove esistono le migliori condizioni per intraprendere. Viceversa, Siracusa, con il suo distretto della meccanica, è il territorio dove tutto è più difficile.

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