17 Gennaio 2011, h. 00:00
Svolta nella tutela dei vetri ‘made in Murano’
I consumatori più attenti non ci sono cascati: oggetti in vetro di Murano a prezzi stracciati e per di più venduti in edicola era un’offerta poco credibile per una delle bandiere più note del Made in Italy. Altri invece li hanno acquistati convinti dell’affare. Ma le ‘Boccette d’arte’ della Fabbri editore erano autentici tarocchi, realizzati chissà come e chissà dove, comunque non a Venezia, come invece lasciava intendere la pubblicazione allegata al gadget. Puntuale la conferma del tribunale di Milano che nei mesi scorsi ha condannato la società del Gruppo Rizzoli per la commercializzazione dei finti vetri muranesi, ingiungendo tra l’altro la distruzione dei materiali invenduti e il pagamento di 50mila euro a titolo di risarcimento per i danni arrecati all’immagine dei prodotti dell’isola veneta. A dubitare dell’originalità delle ‘Boccette artistiche’ è stato per primo Promovetro, il consorzio di tutela dell’arte vetraria muranese patrocinato da Confartigianato Venezia, che nel 2007 ha portato in giudizio il colosso milanese dell’editoria. Una battaglia legale che si è conclusa a fine dicembre quando la Fabbri ha gettato la spugna: niente appello alla sentenza di condanna e piena disponibilità a dare attuazione spontanea alla decisione dei giudici milanesi. Una sentenza storica che contribuirà a sottrarre al rischio di plagio anche tanti altri prodotti di eccellenza italiani la cui celebrità è legata al territorio; per i giudici, infatti, è perseguibile, non solo chi contrassegna con un logo il proprio prodotto (senza averne i requisiti), ma anche chi commercializza prodotti suggerendo che gli stessi provengano da un luogo famoso per l’unicità delle proprie lavorazioni.
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