29 Novembre 2010, h. 00:00
Rete imprese Italia sollecita a Tremonti il taglio dell’acconto Irpef
Di questi giorni, nel 2009, artigiani e piccoli imprenditori si preparavano al versamento dell’acconto Irpef con una preoccupazione in meno di oggi. A metà dello scorso novembre, infatti, il Consiglio dei Ministri, anche in risposta alle pressioni di Confartigianato, aveva dato il via alla riduzione dell’acconto dell’imposta sulle persone fisiche. Una sforbiciata di 20% punti percentuali, dal 99% al 79%, pari a 3,7 miliardi di euro che ha permesso a circa 7milioni tra imprenditori e liberi professionisti di avere più liquidità in cassa per affrontare la crisi. Un beneficio temporaneo; per lavoratori autonomi e imprese di persona nessun regalo sotto l’albero di Natale: quello che non hanno ersato come acconto, lo hanno dovuto a giugno in occasione del saldo 2009. A distanza di un anno, la crisi non è ancora superata, il fisco è pronto a ‘battere cassa’ con il nuovo acconto Irpef per il periodo d’imposta 2010, e a tutt’oggi il Governo non ha messo in campo un’analoga iniziativa. Contro il rischio che artigiani e piccoli imprenditori debbano versare il 99% dell’imposta, nonostante i seri problemi di cassa, è scesa in campo Rete Imprese Italia. Carlo Sangalli, Presidente di turno dell’associazione che riunisce Confartigianato e le altre confederazioni dell’artigianato, commercio e servizi, in una lettera indirizzata al Ministro Giulio Tremonti ha messo nero su bianco le ragioni che anche quest’anno rendono necessario il taglio dell’acconto. “L’incertezza che caratterizza l’andamento dei mercati – scrive Sangalli – e le prospettive della domanda interna, insieme ai segnali di indebolimento della fase di ripresa – sottolinea – sono inequivocabili sintomi della persistente crisi economica, manifestatasi, in maniera ancora più grave e complessa, nel corso del 2010”. Una situazione che, prosegue Sangalli rivolto a Tremonti, ‘si riflette su moltissimi imprenditori che, chiamati all’imminente scadenza del versamento degli acconti di imposta di fine mese, potrebbero trovarsi in condizione di non disporre della liquidità necessaria per farvi fronte”. Segue la richiesta di differire il versamento del 20% dell’acconto Irpef, “giustificato” – sono parole di Sangalli – “dalla straordinarietà dell’attuale contesto economico”.
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