23 Novembre 2010, h. 00:00
L’alluvione in Veneto mette in ginocchio uno dei principali distretti produttivi del Paese
Vicenza, Padova, Verona. Cambiano le province, non gli scenari. Un’immensa lastra di fango e acqua piovana che ha trasformato uno dei principali motori economici del Paese in una laguna fatta di speranze svanite e di economie annacquate. Il Veneto è in ginocchio, sommerso dalle piogge torrenziali che nella notte del primo novembre hanno fatto straripare i fiumi che bagnano le province di uno dei principali distretti produttivi italiani. Fino a quando l’acqua non sarà tornata fra gli argini che hanno ceduto, difficilmente si potrà fare la conta dei danni. Il governatore Zaia ha detto un miliardo di euro. Gli ottimisti dicono meno, i pessimisti di più. E mentre il Governo ha promesso lo stanziamento immediato di 300 milioni di euro, e la sospensione dei mutui per imprese e cittadini, Confartigianato ha messo in campo una gamma di iniziative per rilanciare immediatamente l’economia locale, a cominciare da un quadro di interventi a livello regionale. “A livello regionale si è già dato attuazione con l’ente bilaterale alla disponibilità di un milione di euro da erogare immediatamente su autocertificazione delle imprese coinvolte – ha detto Claudio Miotto, presidente di Confartigianato Veneto e vicepresidente nazionale di Confartigianato – Inoltre, abbiamo avuto dalla Regione la conferma per la cassa integrazione in deroga anche per le imprese che l’avessero già esaurita. Altri due interventi attuati da Confartigianato riguardano il credito, con l’erogazione di nuove linee finanziarie per coprire le garanzie delle imprese, ed il fisco, dove abbiamo già incontrato l’Agenzia delle entrate per le prossime scadenze e per la taratura degli studi di settore ai disagi creati da questa alluvione”. Una cornice di iniziative a cui vanno sommate quelle adottate direttamente dalle Associazioni, come fatto, ad esempio, dall’Associazione di Vicenza, che ha stretto “una convenzione con un gruppo tecnici per la corretta compilazione delle domande di contributi delle imprese coinvolte – ha spiegato Giuseppe Sbalchiero, presidente di Confartigianato Vicenza – La nostra disponibilità si estende, oltre che alle imprese associate, anche a tutti i cittadini che ne avessero bisogno”. Dalle istituzioni, il Veneto si aspetta interventi immediati. Questo spicchio d’Italia, infatti, rappresenta la culla della micro e piccola impresa, la spina dorsale dell’economia italiana. Qualsiasi intervento, quindi, deve essere immediato, concreto, efficace. “In questi giorni abbiamo ricevuto le visite del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio, ma qui abbiamo bisogno dei fatti e non delle parole. A questa gente manca tutto, il cibo, i vestiti, tutto quanto”, ha raccontato Ferdinando Albini, presidente di Confartigianato Verona. La situazione per artigiani e piccoli imprenditori è davvero difficile. Ad una massiccia e diffusa crisi economica, infatti, vanno ora aggiunti i danni di macchinari da buttare, di ambienti allagati e di risposte da offrire ai propri dipendenti. Un esempio arriva da Padova. “Giusto ieri sera – ha raccontato Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Padova – un artigiano mi diceva che aveva una commessa in consegna, concordata a prezzi estremamente convenienti, che non potrà più consegnare, perdendo così in un colpo solo un lavoro ed un cliente”. Anche per questi motivi, intervenire in Veneto non vuol dire aiutare una popolazione in difficoltà. Intervenire in Veneto, oggi, significa investire nel futuro economico e produttivo del Paese.
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