29 Novembre 2010, h. 00:00
Da gennaio è obbligatorio misurare lo stress da lavoro in azienda
Una volta si diceva che il lavoro nobilita l’uomo. Ma i tempi cambiano: oggi siamo tutti un po’ stressati e anche il lavoro può causare nevrosi. Ed ecco pronta una nuova legge per misurare quanto e come l’ambiente di lavoro mette a rischio l’equilibrio psico-fisico dei dipendenti. A preoccuparsene è stata l’Unione Europea: nel 2004 ha promosso un Accordo con le parti sociali recepito in Italia nel 2008 nel Testo unico sulla salute e sicurezza del lavoro. E nei giorni scorsi, il Ministero del Welfare ha emanato una circolare con le indicazioni operative Le nuove regole scatteranno dal 31 dicembre 2010 e valgono per tutte le imprese private e per le pubbliche amministrazioni. Non si discute il dovere di difendere la salute dei lavoratori. Il problema, però, come al solito, consiste nella complessità di adempimenti che continuano a sommarsi sulle spalle degli imprenditori. Stavolta, i datori di lavoro devono improvvisarsi psicologi e verificare se in azienda esistono elementi oggettivi che facciano temere situazioni di stress: assenteismo, infortuni, lamentele formalizzate, carichi di lavoro eccessivi, ecc. In tal caso, devono passare alla fase due e valutare in modo approfondito i dati soggettivi, con riunioni, colloqui con i dipendenti, focus group , fino alla consulenza di esperti. Ma non finisce qui: le incombenze per gli imprenditori continuano con la redazione del documento di valutazione dei rischi, e ovviamente, con l’attuazione di misure che riducano i rischi di stress da lavoro. Gli sforzi di Confartigianato hanno per ora consentito di attenuare gli adempimenti in materia di stress da lavoro per le imprese fino a 5 dipendenti. Il prossimo obiettivo consiste nell’estendere la semplificazione alle aziende con 10 lavoratori. Rimane però il rischio che, a furia di caricarli di obblighi e adempimenti, sul lettino dello psicologo per stress da burocrazia ci finiscano proprio gli imprenditori. Con buona pace degli impegni assunti dall’Unione europea nello Small Business Act per ridurre gli oneri amministrativi a carico delle piccole imprese e sostenere le loro potenzialità di sviluppo.
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