28 Maggio 2010, h. 00:00

Pane, 9 italiani su 10 lo vogliono artigianale

Quello degli italiani per il pane artigiano è un amore che non conosce una crisi sostanziale e non si può parlare di vero tradimento quando l’acquisto di rosette e baguette avviene presso la grande distribuzione anziché nel panificio tradizionale. Secondo un’indagine presentata nei giorni scorsi al Salone internazionale dell’arte bianca di Verona – una dettagliata fotografia del settore completa di abitudini, preferenze e aspettative dei consumatori – il 93% degli intervistati considera il panificio un luogo davvero speciale diverso da qualsiasi negozio. Il gusto e la qualità del pane tradizionale non si discute: 9 consumatori su 10 non cambierebbero mai la propria pagnotta appena sfornata con una ‘industiale’, ed è solo per comodità che una fetta degli acquisti si è spostata verso la grande distribuzione. Una tendenza che negli ultimi due anni si è tradotta – spiega la ricerca – <i>“in una significativa erosione della quota di mercato dei panifici, peraltro in parziale recupero rispetto al 2008”. </i>Indipendentemente dalla tipologia di esercizio commerciale, anche gli acquisti di pane scontano il calo generalizzato dei consumi: diminuiscono lo scontrino medio delle famiglie (2,14 euro contro i 2,20 euro del 2008), la quantità per acquisto (400,5 gr, pari a 100 grammi a persona, contro i 446,5 grammi del 2008), e di conseguenza gli acquisti medi settimanali per famiglia (2,01 kg contro i 2,28 del 2008). Secondo lo studio, realizzato dalla SWG di Trieste, il panificio del domani non sarà più un luogo per la vendita di pane, pasta fresca, pizze, focacce e dolci, con un orario di apertura più elastico e dilatato nell’arco della giornata. Il panificio del futuro, ove possibile, dovrà puntare su nuove carte: dalla vendita a domicilio (anche di pasti completi), all’interattività. I panificatori dovranno conquistare il web, arma in più per la vendita on-line. <i>“Penso che internet non entrerà nei nostri negozi, almeno a breve, come possibile canale di vendita del prodotto”, </i>spiega il presidente dei panificatori di Confartigianato Enzo Mengoni, commentando i risultati della ricerca. <i> “Il trasporto di beni così delicati, facilmente deperibili e tutto sommato poco costosi </i>– prosegue -, <i>inciderebbe troppo pesantemente sul prezzo finale del pane. Sono invece d’accordo con i sondaggisti dell’SWG quando sottolineano che a breve anche il nostro settore dovrà affrontare dei cambiamenti per allinaersi alle richieste del mercato. Sicuramente i panifici non potranno più sostenersi vendendo solamente il pane, dovranno offrire più scelta e prodotti più evoluti. Non credo invece che l’idea di forno multifunzionale moderno sia quella di trasformare i panifici in bar. La qualità e i prodotti freschi sono la nostra arma vincente, sono questi gli strumenti su cui continuare a puntare per il rilancio del pane artigiano” </i>conclude il presidente di Confartigianato Panificazione Enzo Mengoni.

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