28 Ottobre 2009, h. 17:01
In Italia 1.519.100 imprese “rosa”. Al top nell’UE Piccole imprese al femminile: + 0,8% in un anno, ma conciliare lavoro e famiglia spaventa più della crisi
Secondo l’Osservatorio di Confartigianato il 91% delle imprenditrici chiede più servizi per la famiglia. La crisi non ha sconfitto la voglia delle donne di fare impresa. L’Italia ha il primato europeo per numero di imprenditrici e di lavoratrici autonome. A giugno 2009 il nostro Paese registra 1.519.100 imprenditrici a fronte di 1.278.700 imprenditrici della Germania, 1.078.900 nel Regno Unito, 1.055.600 in Polonia, 952.400 in Spagna e 767.100 in Francia. In particolare, tra il 2007 e il 2008, le donne a capo di imprese artigiane sono aumentate dello 0,8%, raggiungendo il numero di 365.913. Questa la “fotografia” delle imprese guidate da donne scattata dall’Osservatorio di Confartigianato sull’imprenditoria femminile presentato durante la XI Convention di Confartigianato Donne Impresa (il movimento che, nell’ambito di Confartigianato, rappresenta le esigenze e tutela gli interessi delle imprenditrici artigiane) organizzata a Roma il 28 e 29 ottobre. Le imprese artigiane al femminile si concentrano prevalentemente nel Nord d’Italia, soprattutto in Lombardia (18,6% del totale), in Emilia Romagna (10,9%) e in Veneto (10,5%). Il 47,7% delle imprenditrici artigiane è impegnato nel settore dei servizi alle persone, il 34,7% nel settore manifatturiero con una spiccata prevalenza nei comparti del tessile-abbigliamento e dell’alimentare, l’11,3% nel settore dei servizi alle imprese. Le regioni che tra il 2007 e il 2008 hanno registrato l’aumento maggiore di artigiane sono il Lazio (+2,9%), la Calabria (+2,7%), la Puglia (+2,5%), la Liguria (+1,8%).
Le imprenditrici artigiane sono prudenti sui tempi della ripresa economica (il 70% ritiene che l’uscita dalla crisi avverrà non prima di 1 o 2 anni), ma sono anche ben determinate a resistere: infatti l’Osservatorio rivela che, nonostante tra il 2008 e il 2009 il 61% delle imprenditrici abbia subito un calo del giro d’affari e del fatturato, l’84% ha mantenuto stabile l’occupazione in azienda. Più che la crisi, il grande problema che preoccupa le imprenditrici è la conciliazione tra l’impegno lavorativo e la cura della famiglia: lo dichiara l’82% delle imprenditrici intervistate dallíOsservatorio di Confartigianato. Un problema talmente grave che l’88% delle intervistate ritiene impossibile assentarsi dal lavoro per dedicarsi ai figli o delegare ad altri le proprie mansioni nel periodo della maternità. Il 63% del campione è drastico: la passione per il lavoro costringe a rinunciare alla famiglia. Le imprenditrici italiane hanno le idee chiare su cosa serve per mettere d’accordo tempi di lavoro e cura della famiglia. Il 91% chiede di aumentare i servizi alla famiglia, come gli asili nido. L’85% è convinta che, se si risolvesse il problema della conciliazione, lavorerebbero più donne e circolerebbe più ricchezza per tutti. Nelle richieste alla politica e alle istituzioni per favorire il lavoro imprenditoriale femminile spicca al primo posto la necessità di investimenti in servizi all’infanzia e alla famiglia, soluzione indicata come prioritaria dal 25% delle imprenditrici, cui si affianca la richiesta di politiche di sostegno al reddito delle famiglie (17%). Tra le altre richieste un maggiore sostegno anche interno all’azienda, tramite la diffusione di forme contrattuali temporaneamente flessibili (indicata dal 23% delle imprenditrici) e la detassazione del lavoro femminile (14% delle risposte).
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