6 Maggio 2009, h. 00:00

Regime dei minimi, un registro ma nessun obbligo di scontrino

In Italia, si sa, esistono un gran numero di leggi e normative. Tante, troppe? Forse, soprattutto se due di queste finiscono per contraddirsi tra loro, lasciando cittadini ed imprenditori con il dubbio di quale delle due norme si debba osservare. Una situazione enigmatica in cui si sono trovati di recente un gran numero di artigiani ed imprenditori italiani. In particolare, quelli che operano in regime dei minimi, il cosiddetto “forfettone” per le imprese che non superano i 30mila euro lordi di ricavi annui. A scontrarsi, finendo per generare una pericolosa ridondanza normativa per le micro e piccole imprese, sono stati il Dpr 696/1996, che semplifica gli obblighi di certificazione fiscale dei corrispettivi e che esonera diverse categorie di artigiani dall’obbligo di mettere scontrini e fatture, e la legge 244/ 2007, quella, appunto, che disciplina il regime dei minimi. Dopo le numerose sollecitazioni di Confartigianato, l’Agenzia delle Entrate ha liberato il campo da ogni dubbio. Chi opera in regime dei minimi non è obbligato a rilasciare scontrini o ricevute fiscali, eccezion fatta se è il cliente a richiederlo, ma è tenuto alla compilazione di un registro cronologico su cui riportare i ricavi incassati non più tardi del giorno precedente. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha precisato come, “se si considera che il regime dei minimi è stato introdotto per semplificare al massimo gli adempimenti a carico dei contribuenti interessati, sarebbe paradossale che questi ultimi debbano rinunciare ai particolari esoneri documentali”. L’obbligo di registrazione, però, resta valido “ e funzionale alla necessità di monitorare i ricavi conseguiti dal contribuente, al fine di verificare l’eventuale superamento del limite dei 30mila euro che costituisce requisito necessario per la permanenza nel regime agevolato”. Le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, dunque, chiariscono la posizione di tutte le categorie di imprenditori artigiani esonerati dal DPR 696/1996. In particolare, i gestori di stabilimenti balneari, i tassisti ed i fumisti, gli artigiani itineranti come i ciabattini, gli ombrellai e gli arrotini, e numerosi imprenditori senza dipendenti o collaboratori, tra questi calzolai, impagliatori e materassai.

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