4 Febbraio 2009, h. 00:00

Nel piano contro la crisi dell’auto, il Governo dimentica l’autoriparazione

La crisi dell’auto continua a colpire duro ma a finire alle corde non sono solo i colossi del settore che registrano cali verticali nelle vendite – l’Ufficio Studi di Confartigianato ha stimato che nell’ultimo anno in Italia sono state vendute circa 332.975 auto in meno rispetto allo stesso periodo del 2007; in pratica sono rimaste nei concessionari circa 1.100 auto al giorno – ma anche e in qualche caso soprattutto le piccole e medie imprese che alimentano la lunga filiera dell’indotto e dei servizi. Che iniziano a scricchiolare sotto la spinta di una crisi che per alcuni settori specifici, come quello dell’autoriparazione è iniziata da tempo, dagli inizi del 2000, e che ha già determinato la perdita di migliaia di posti di lavoro. Un solo sguardo ai dati di Confartigianato sull’andamento della consistenza numerica della categoria tra il 2003 e il 2008 è sufficiente per confermare il trend negativo. Nel 2003, tra meccanici, elettrauto, carrozzieri e gommisti si contavano circa 95.102 unità, numero che nel 2008 è sceso a circa 87.025. Di conseguenza, nel quinquennio osservato, le imprese di manutenzione e riparazioni autoveicoli sono diminuite di 8.077; tenendo conto di una dimensione media di 2,6 addetti per impresa , il comparto registra una perdita di 20.960 addetti potenziali. Secondo Confartigianato Autoriparazione la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente: i dati si riferiscono, infatti, a un periodo nel quale la flessione del settore era determinata principalmente da problemi strutturali e di mercato. Autoveicoli sempre più sofisticati e che richiedono meno interventi di manutenzione e la messa in atto da parte dei grandi gruppi di strategie di post-vendita orientate alla costituzione di ‘reti proprie’ di assistenza, hanno dato il primo forte scossone al sistema delle imprese di riparazione indipendenti. Ora si è aggiunta anche la crisi che ha investito frontalmente il settore auto nel suo complesso. E per gli autoriparatori, che hanno già dovuto affrontare un decennio difficile, gli effetti potrebbero essere disastrosi. Sono migliaia i posti di lavoro a rischio: la manutenzione e la riparazione degli autoveicoli vale, in termini di addetti, il 40,2% del totale degli addetti dell’intera filiera del settore auto e per ogni addetto alla produzione di autovetture ce ne sono circa 3,5 che operano nei settori della manutenzione e riparazione (dati Ufficio Studi Confartigianato). Le imprese che non chiudono o che non licenziano, devono comunque fare i conti con la diminuzione del fatturato. Nel confronto tra i primi tre trimestri del 2007 e il corrispondente periodo del 2008, il comparto registra una perdita di fatturato reale del 2,5%. Intanto il Governo corre ai ripari e mette a punto le prime misure a sostegno del settore dell’auto. Ma ‘dimentica’ il comparto dell’autoriparazione, tagliandolo fuori da qualsiasi misura di sostegno. Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, dopo che nei giorni scorsi aveva sollecitato il Presidente del Consiglio Berlusconi ad allargare anche alla Confederazione il tavolo sulla crisi dell’auto di Palazzo Chigi, in una lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha indicato una serie di misure concrete che potrebbero rimediare alla dimenticanza, contribuendo fattivamente al sostegno delle imprese di autoriparazione. Il pilastro sul quale poggia la proposta confederale è rappresentato dalla richiesta di “considerare in una dimensione allargata il comparto automobilistico, considerando, da un lato, le aree di filiera prossime all’industria automobilistica, dall’altro delle aree di potenziale domanda che, probabilmente e comunque, non saranno in grado di intercettare gli stimoli derivanti dai cosiddetti “incentivi alla rottamazione” mediante l’acquisto di una nuova autovettura, ma che potrebbero essere, invece, interessate ad interventi di miglioramento e di messa in efficienza del parco veicoli circolante”. In sostanza, considerare in una “dimensione allargata il comparto automobilistico” si traduce nella richiesta di Confartigianato di comprendere anche l’autoriparazione tra i settori che beneficeranno delle misure che il Governo ha per ora circoscritto ai soli comparti dell’auto, dell’indotto, della componentistica e dell’automotive. Nella lettera inviata al Ministro Scajola, il Presidente Guerrini ‘suggerisce’ l’attuazione di un pacchetto di misure che avrebbero il doppio risultato di fornire un sostegno reale alle imprese e di rendere le strade più sicure attraverso la garanzia di un adeguato livello di manutenzione del parco auto circolante. La prima misura di cui Confartigianato sollecita l’attuazione è “un abbassamento, anche temporaneo, dell’Iva sulle riparazioni ed un contestuale finanziamento delle stesse attraverso misure di defiscalizzazione e di accesso al credito agevolato per la manutenzione dei veicoli”. Poi la richiesta di “prevedere incentivi per chi acquista veicoli usati euro 3 ed euro 4 e rottama veicoli con più di 10 anni euro 0, euro 1 ed euro 2”. Infine la proposta “di assicurare un ulteriore sostegno per chi decide di trasformare la propria auto da benzina a Gpl, che oggi ammonta a soli 350 euro, meno di un quarto dell’incentivo riconosciuto alle case costruttrici per l’installazione dei medesimi impianti al momento della vendita”.

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