15 Gennaio 2009, h. 00:00

Crisi economica, poco credito ai giovani imprenditori

“Dall’indagine emerge che le piccole imprese italiane non avvertono una reale secessione, bensì restano in attesa di segnali positivi che restituiscano fiducia”. Marco Colombo, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, interpreta con cauto ottimismo i primi dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile di Confartigianato, l’indagine che ha posto sotto la lente d’ingrandimento lo stato di salute dell’artigianato under 40, in particolar modo nel rapporto con gli istituti di credito. Negli ultimi tre mesi del 2008, nel pieno della tempesta che ha spazzato le borse mondiali, il 26,2% degli imprenditori intervistati ha riscontrato un irrigidimento nel rapporto con le banche. A cominciare dall’aumento delle garanzie richieste e dalla pronta richiesta di rientro del credito. A questi vanno aggiunti l’allungamento dei tempi per le procedure e l’incremento dello spread e dei costi bancari. Se il 53,4% dei giovani imprenditori artigiani considera peggiorata la situazione economica della propria azienda rispetto ai primi sei mesi del 2008, più del 72% degli intervistati “teme le future ripercussioni della crisi sulla propria azienda”. Molti gli osservatori economici che, nel corso dei mesi, hanno ipotizzato che sul mercato italiano, ben lontano dai crac delle grandi banche d’investimento americane, si sarebbe respirata aria di attesa. Pochi gli investimenti, ancor meno i rischi che gli imprenditori artigiani avrebbero corso inutilmente. Previsioni confermate, quantomeno in prima istanza, dai dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile di Confartigianato. La crisi americana è sbarcata in Europa colpendo la Spagna, complice lo scoppio della bolla immobiliare, l’Islanda e la Gran Bretagna, ma, almeno per adesso, l’Italia sembra aver resistito all’onda d’urto, grazie “alla flessibilità e alla capacità di adattarsi alle richieste del mercato da parte delle piccole imprese”, come ha sottolineato Marco Colombo. I giovani imprenditori italiani guardano al futuro con attenzione, dunque, in attesa di qualche segnale che lasci interpretare il prossimo andamento dei mercati. Lo dimostra quel 14,9% degli intervistati che ha aperto nuove linee di credito nell’ultimo anno, ma soprattutto quel 5,6% che intende farlo nel 2009. Attesa ed attenzione sì, ma nessuna intenzione di interrompere il flusso degli investimenti per lo sviluppo della propria impresa. Soltanto il 12,4% dei giovani artigiani italiani, infatti, nel 2009 ridurrà il volume degli investimenti aziendali. “Nell’immediato futuro sarà necessario sostenere i piccoli imprenditori con misure che favoriscano l’accesso al credito e, contemporaneamente, rimuovere i costi ed i vincoli che ne soffocano le potenzialità”.

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