29 Settembre 2008, h. 00:00
Riforma contrattuale, l’artigianato presenta le proprie proposte
La trattativa per la riforma del sistema contrattuale dell’artigianato ha compiuto il giro di boa. Il 26 settembre scorso, infatti, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai hanno presentato alle sigle sindacali il documento contenente le proposte di riforma del modello contrattuale. Le Organizzazioni dell’artigianato hanno messo nero su bianco le indicazioni formulate durante gli incontri settimanali con i sindacati. Confermata, quindi, l’idea di un contratto unico per l’artigianato, a fronte degli attuali 16 contratti nazionali ma, soprattutto, “la piena attuazione del modello contrattuale decentrato su base territoriale, per realizzare e distribuire produttività dove si genera e per dare risposte all’emergenza salariale”, si legge nel documento. Secondo le sigle dell’artigianato, infatti, lavorando su due livelli contrattuali, il contratto collettivo nazionale di lavoro ed il contratto collettivo regionale di lavoro, si potranno tutelare i salari adeguando le retribuzioni nazionali con l’inflazione concordata, parametro ufficiale di riferimento “elaborato da un soggetto terzo individuato dalle parti”. Così facendo, i salari definiti dai contratti di lavoro nazionali saranno aggiornati ed adeguati al livello regionale, mantenendoli sempre in linea con l’inflazione italiana. Prossima tappa della trattativa per la riforma contrattuale, che vede l’artigianato come unico settore, insieme all’industria, intento a rielaborare il proprio modello contrattuale, è fissata per il prossimo 7 ottobre, giorno in cui le sigle sindacali presenteranno il proprio documento sulla bilateralità, altro tema caldo al tavolo tra Confederazioni artigiane e Cgil, Cisl e Uil.
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