8 Luglio 2008, h. 00:00

Una petizione per la “Qualità Certificata” del tessile

Anche Confartigianato Federazione Nazionale della Moda ha sottoscritto la petizione “Qualità Certificata: trasparenza, tracciabilità, composizione ed origine dei prodotti dei settori tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria” promossa dalla Associazione delle Comunità Tessili Europee (ACTE). Nella petizione, l’ACTE sollecita la Commissione Europea e gli Stati membri, ad adottare un sistema organico di iniziative per tutelare la salute dei consumatori minacciata dall’immissione sul mercato di prodotti di provenienza extra UE nel cui ciclo produttivo sono impiegati prodotti e processi non più consentiti in Europa. “I prodotti tessili – si legge nel documento – i capi di abbigliamento e gli altri prodotti della filiera TAC sono tra le cause più frequenti di dermatiti irritanti e allergiche da contatto, e possono contenere sostanze irritanti, tossiche e cancerogene, vietate dalla normativa europea e dei singoli Stati membri. Le dermatiti da abiti sono generalmente attribuite ai prodotti chimici e coloranti aggiunti in maniera non corretta alle fibre durante la manifattura e assemblaggio in indumenti. In particolare, agenti responsabili, sono le finiture, i coloranti, i metalli, la gomma e le colle”. L’Acte nella petizione richiede alla Commissione europea di definire il “rischio da prodotti della filiera tessile” con riferimento sia al processo produttivo che al loro utilizzo; di creare, aggiornare e mettere in rete un sistema di banche dati nazionali per monitorare le sostanze utilizzate nei processi produttivi della filiera TAC; di promuovere più efficienti controlli sulle merci in sede doganale; di sperimentare un sistema di tracciabilità dei prodotti della filiera in base ai requisiti di sicurezza e salubrità con l’obiettivo di renderne successivamente obbligatoria l’adozione nel mercato interno; di sensibilizzare i consumatori europei sul rischio connesso all’utilizzo di sostanze pericolose per la salute umana nei prodotti tessili, capi di abbigliamento e gli altri prodotti della filiera TAC. Altrettante raccomandazioni l’Acte le rivolge anche agli Stati membri. In questo caso le indicazioni sono ancora più specifiche. Al primo punto è richiesta l’approvazione della normativa comunitaria che rende obbligatoria l’etichetta di origine almeno sui prodotti della filiera TAC importati nel mercato interno. In un altro punto l’Acte sollecita la piena attuazione del sistema rapido di allerta RAPEX, che prevede controlli nei luoghi in cui si producono le merci. Previsto anche il via libero al sequestro delle merci e, se necessario per la salute pubblica, anche per la loro distruzione.

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