16 Aprile 2008, h. 00:00

Vero cuoio, il marchio che ti “concia” per le feste

Utilizzare i marchi “vero cuoio” e “vera pelle”, con disegno stilizzato connesso, può non essere più tanto conveniente. Almeno da quando l’UNIC, l’Unione Nazionale Industria Conciaria, depositaria dei due marchi, ne ha rivendicato la proprietà, andando a battere cassa a chi utilizza i due marchi senza autorizzazione. L’allarme è scattato quando l’UNCI si è recata da una delle più grandi compagnie di distribuzione e produzione di calzature a chiedere le royalties per l’utilizzo dei marchi. Richiesta legittima che, una volta pagato il conto, la multinazionale ha girato alle imprese fornitrici della pelle e del cuoio, quelle che, grazie ad un tacito accordo e ad una pratica ormai consolidata, da sempre utilizzavano gratuitamente le due diciture. Marchi che certificano non soltanto l’utilizzo di materiale originale, ma anche il valore aggiunto della lavorazione italiana, un vero e proprio marchio di qualità “Made in Italy”. Ma ora l’UNCI ne rivendica la paternità, minacciando il sequestro di tutte le calzature ed i prodotti che, senza autorizzazione, vengono utilizzati su calzature e pellame vario. “Per non incorrere, almeno per le prossime produzioni, nel pagamento di quanto richiesto – avverte Giuseppe Mazzarella, presidente dei calzaturieri di Confartigianato – è necessario che i produttori utilizzino diciture come “pelle e cuoio naturali” evitando in assoluto l’utilizzo del disegno stilizzato sino ad oggi sinonimo di pelle e cuoio”.

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