14 Febbraio 2008, h. 00:00

Edilizia, meno dipendenti irregolari ma più imprese fantasma

L’edilizia registra una brusca frenata del fenomeno del lavoro nero dei lavori dipendenti, non di quello delle ditte abusive. Per le imprese edili regolari, dunque, le anticipazioni sul rapporto congiunturale del settore non sembrano essere positive, almeno non sotto questo aspetto. A metterlo in luce è un rapporto dell’Ufficio studi di Confartigianato che ha elaborato i più recenti dati Istat sull’edilizia. Esaminando l’andamento del mercato del lavoro nero tra il 1991 ed il 2005, infatti, al calo dei dipendenti irregolari, diminuiti di un importante 16,8%, corrisponde un netto aumento delle imprese fantasma, cresciute del 23,3%. E così, le imprese regolari continuano a pagare l’alto prezzo della concorrenza sleale portata dagli abusivi, evasori che non denunciano nulla, dai contributi previdenziali alle imposte dirette, dall’Iva ai contributi camerali. In Italia, in tutto, sono state riscontrate 123.200 imprese irregolari, con un incremento percentuale, rispetto al 2004, dell’8,5%. Sono stati invece 160.500 i dipendenti irregolarmente “occupati” nei cantieri italiani. In totale, nel 2005, sono stati rilevati 283.700 casi di irregolarità, il 13,5% del mercato regolare. Una volta di più, va al Sud Italia la maglia nera. I primi nove posti della classifica per tasso percentuale di irregolarità sono occupati dalle regioni dell’Italia centro – meridionale, con il Lazio, fermo al nono posto, a fare da punto di rottura tra Nord e Sud, tra una diffusa tendenza alla regolarità ed una politica di abusivismo diffuso. Al primo posto per percentuale del lavoro nero c’è la Calabria, con il 44,3%. Seguono la Sicilia, con il 30,1%, il Molise, 20%, la Basilicata, 19,6%, e l’Abruzzo, con una quota di lavoro nero pari al 18,4% dell’intero mercato del lavoro. Gli irregolari sono praticamente inesistenti, invece, in Emilia Romagna, dove la percentuale di incidenza degli abusivi si ferma appena all’1,2%. Ottimo anche l’andamento delle imprese marchigiane, 2%, di quelle della Valle d’Aosta, 2,3%, e del Piemonte, 2,9%. In generale, dunque, quasi un quarto delle imprese edili del Mezzogiorno sono irregolari, nel Centro il 9,6%, nel Nord ovest il 6,4% e nel Nord est appena il 3,5%.

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