22 Febbraio 2008, h. 00:00

Banche e artigiani: un buon rapporto se mediato da Confidi

La globalizzazione non risparmia le piccole imprese, anche quelle che, in termini di business, non guardano al di là dei confini del proprio comune di residenza. Anche queste, infatti, devono fare i conti con prodotti i cui prezzi vengono fissati in posti ben lontani dal Bel Paese. Si pensi, ad esempio, ai carburanti. A quei 100 dollari al barile di petrolio raggiunti – e poi superati – a New York, che in Italia hanno spinto il prezzo della benzina verde a 1,40 centesimi di euro al litro. Meccanismi simili regolano anche il costo del denaro, sempre più condizionato dagli equilibri tra le grandi aree monetarie dell’economia internazionale. Il denaro, al pari del petrolio, si conferma una merce preziosa il cui prezzo tende a crescere. Come per la benzina, è difficile farne a meno, ma questo non significa che non si possa risparmiare sul suo acquisto. I dati dell’Osservatorio congiunturale di Confartigianato del secondo semestre del 2007, confermano che gli artigiani fanno un uso accorto del credito (41,5% degli investimenti realizzati). E’ l’autofinanziamento a far la parte del leone: 49,9%. Per quanto riguarda gli strumenti finanziari, il leasing risulta il canale maggiormente impiegato (39,8%), seguito dalle forme di finanziamento agevolate (32,5%). Un dato appare chiaro: le imprese artigiane chiedono il denaro in prestito solo quando è strettamente necessario. Più di un terzo delle imprese, infatti, non presenta alcuna forma di indebitamento. Il dato, unito alle alte percentuali di autofinanziamento, confermano, se mai ce ne fosse bisogno, lo stretto legame che intercorre tra l’artigiano e la sua attività. Estremizzando il concetto: il credito è uno strumento e mai un fine. Quando è necessario ricorrere a un supporto esterno, l’area Credito e Incentivi di Confartigianato fornisce alcune indicazioni per poterlo fare nelle migliori condizioni. L’imprenditore artigiano può dialogare alla pari con i grandi gruppi bancari per ottenere un credito di qualità, solo se lo fa come “cliente collettivo”. In sostanza, nella logica della globalizzazione che ormai guida i mercati, l’artigiano ha la possibilità, attraverso lo strumento dei Confidi, di far valere nella trattativa un peso che diversamente non avrebbe. Basti pensare che attualmente i Confidi di origine artigiana hanno in essere garanzie bancarie per oltre 8.500 milioni di euro a livello nazionale. Da anni il comparto dell’artigianato è il primo in assoluto sia in termini numerici, sia per volume delle garanzie prestate, rispetto ai Confidi degli altri settori economici: Industria, Commercio, Agricoltura. Una seconda strada passa sempre attraverso Confartigianato. In questo caso sono le associazioni provinciali della Confederazione ad aiutare l’imprenditore attraverso specifiche convenzioni, a “misura d’impresa”, stipulate con istituti o gruppi bancari.

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