17 Gennaio 2008, h. 00:00

Pensioni: sciolto il doppio nodo sulle “finestre” di vecchiaia

E’ ormai ufficiale: non corrono nessun rischio di rimanere senza stipendio né pensione per un periodo fino a 6 mesi i lavoratori che al 31 dicembre 2007 avevano in corso il periodo di preavviso finalizzato alla cessazione del rapporto di lavoro. Per loro niente “finestre” di vecchiaia e in più la garanzia di restare al lavoro fino alla data di effettiva apertura della finestra di accesso al pensionamento. La conferma arriva dall’Inps che con la circolare n.5 del 15 gennaio 2008 chiarisce due aspetti critici della legge 247/07 sul welfare, emersi già a pochi giorni dall’approvazione del testo. L’Inps, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, corre ai ripari e corregge con l’informativa i problemi che l’introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia rischiavano di produrre ai lavoratori. Problemi evidenziati da INAPA Confartigianato che a più riprese aveva segnalato la delicata situazione dei soggetti che, maturando l’età pensionabile nei primi mesi dell’anno, potevano trovarsi in fase preavviso all’entrata in vigore della legge 247, approvata lo scorso 24 dicembre. Questi lavoratori si trovavano di fatto in un pericoloso vuoto e, in assenza di nuovi provvedimenti, rischiavano di rimanere per diversi mesi senza stipendio e senza pensione, visto che la norma non ha previsto per loro alcuna iniziativa specifica o deroga. Fino a tutto il 2007, infatti, la decorrenza della pensione di vecchiaia era fissata a partire dal mese successivo alla maturazione dei requisiti. Con le nuove regole, invece, bisogna attendere una decorrenza fissa che, nel caso dei lavoratori dipendenti, è stabilita in tre mesi dopo il trimestre in cui sono raggiunti i due parametri di età e contribuzione. L’Inps, con la circolare 5/08, riempie il vuoto legislativo ed esclude dall’applicazione delle nuove norme i lavoratori che al 31 dicembre 2007 erano in fase di preavviso, anche con raggiungimento dei requisiti oltre il 1° gennaio. La possibilità di un differimento della decorrenza della pensione a un momento successivo a quello della maturazione dei requisiti previsti, apre però un nuovo problema: i lavoratori sono esposti al pericolo di perdere la tutela contro i licenziamenti (raggiunti i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia vengono meno le garanzie) anche con grande anticipo rispetto al percepimento della pensione. Anche questo nodo è stato sciolto in via interpretativa dal Ministero del Lavoro, che, sollecitato dall’Inps, così ha stabilito: “la possibilità di recesso ‘ad nutum’ viene differita alla luce delle nuove disposizioni previdenziali sulle decorrenze della pensione di vecchiaia, alla data di effettiva apertura della finestra di accesso”.

rss