8 Gennaio 2008, h. 00:00

L’Italia dei giocattoli è in festa

Buone notizie per il mondo dei giocattoli made in Italy. I dati del Natale 2007, infatti, rappresentano un regalo più che gradito per le 779 imprese italiane produttrici. Il primo dono che le imprese artigiane del settore hanno trovato sotto l’albero è stato l’aumento delle esportazioni dei nostri prodotti nei mercati mondiali. Un incremento che nel 2006 ha registrato un + 6,4% rispetto all’anno precedente, per un segmento produttivo che fattura 926,3 milioni di euro all’anno, dando lavoro a 5.866 addetti. Numeri importanti che segnano una prima rivincita del made in Italy, capace di esportare nel mondo il 47,1% della propria produzione. Merci che raggiungono soprattutto l’Europa, ed in particolare Francia, Belgio e Germania, ma anche gli Stati Uniti e la Cina, da cui arriva il secondo dono natalizio per le piccole e medie imprese italiane. Infatti, all’aumento delle esportazioni si contrappone una diminuzione delle importazioni, soprattutto dall’Estremo Oriente, segno che la qualità dei giocattoli italiani piace, e tanto, anche da noi. Nel 2006 l’Italia ha acquistato dalla Cina 16 milioni di euro di giochi in meno rispetto al 2005. Ma se è vero che il gigante economico asiatico resta il primo tra gli esportatori di giocattoli a ruote e addobbi natalizi nel nostro Paese, è pur vero che, anche grazie alla stretta dei controlli effettuata dalle forze dell’ordine, è diminuito il numero di merce contraffatta in circolazione. Un dato, quest’ultimo, che rappresenta il terzo dono di Babbo Natale. Un regalo davvero gradito non soltanto dai produttori italiani di giocattoli, ma anche da genitori, zii e nonni, certi di comprare regali sicuri per i loro bambini. Anche il Natale appena trascorso ha riempito le pagine dei quotidiani nazionali con le cronache dei sequestri di merce contraffatta o non conforme alle normative europee sulla sicurezza dei giocattoli. Due gli esempi emblematici: a Torino, lo scorso 18 dicembre, le forze dell’ordine hanno sequestrato 27 mila giocattoli contraffatti d’importazione cinese, mentre altri 6 mila sono stati intercettati a Treviso soltanto due giorni dopo. Escluso dicembre, in tutto il 2007 la Guardia di Finanza ha ritirato dal mercato oltre 9 milioni di giocattoli pericolosi, soprattutto d’importazione asiatica. Nonostante ciò, però, l’emergenza sanitaria legata alla merce contraffatta non si è arrestata. A denunciarlo è l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, ed in particolare Antonino Reale, responsabile del reparto di Pediatria dell’Emergenza. “Gli episodi più frequenti sono quelli legati, fortunatamente, a traumi lievi come lo schiacciamento delle dita, i tagli e le lesioni causate dai proiettili di gomma delle pistole giocattolo. Più rari, ma ben più gravi – continua Reale – sono i traumi da shock elettrico, le ustioni, i danni all’udito o quelli causati dalle vernici tossiche di determinati prodotti fuori norma”. Traumi che, nella maggior parte dei casi, finiscono con la corsa al pronto soccorso, ma che una volta su dieci necessitano il ricovero ospedaliero. Sull’argomento è intervenuto Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato: “Qualità e sicurezza, valore aggiunto della produzione artigiana, devono essere caratteristiche fondanti anche e soprattutto della produzione di giocattoli. I nostri bambini corrono un rischio troppo grande – ha aggiunto Guerrini – che non permette distrazioni o leggerezze. La crescita del fatturato e delle esportazioni del comparto dei giocattoli dimostra come le imprese italiane siano tornate a crescere e a rappresentare, nel mondo, un modello del fare impresa, soprattutto fra le piccole e medie realtà produttive”. Il Presidente Guerrini ha poi concluso sottolineando i buoni risultati raggiunti dal lavoro dell’Alto Commissariato per la lotta alla contraffazione, al cui tavolo operativo partecipa Confartigianato. “Vediamo i primi risultati del piano d’azione comune mirato a fronteggiare il fenomeno crescente della contraffazione, utilizzando soprattutto gli strumenti del monitoraggio, della prevenzione e della repressione. Quello della merce contraffatta, infatti, è un mercato che causa importanti danni al gettito fiscale statale e mancati introiti per le imprese produttrici”.

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