28 Novembre 2007, h. 00:00
Legge sulla Privacy: il Governo la vorrebbe più semplice
Ogni anno gli imprenditori italiani gettano al vento la bellezza di 13,7 miliardi che scompaiono nel pozzo senza fondo della burocrazia. Il conto più salato tocca alle micro imprese fino a 9 dipendenti che pagano una fetta pari all’80,4% dell’intera torta. Una torta indigesta che solo per loro vale 11 miliardi di euro. In pratica, ogni 12 mesi, ogni microimpresa deve sacrificare 11.114 euro per rispettare gli adempimenti amministrativi connessi all’attività produttiva. Una cifra che incide per il 29,6% sul costo del lavoro. Se si scende al livello del tempo impiegato per far fronte ai pagamenti di imposte e contributi, si scopre che le PMI nazionali sottraggono allo sviluppo aziendale ben 360 ore l’anno, per una spesa complessiva di 6,8 miliardi di euro. Basta fare un salto in Europa per riscontrare una situazione ben diversa: gli stessi adempimenti costano in media alle PMI europee ‘solo’ 1,4 miliardi. E’ chiaro che ci si trova di fronte ad una situazione difficilmente tollerabile. Se n’è accorto anche il Governo che lo scorso inverno ha reso operative tre strutture con il compito di accompagnare il Paese verso un’auspicata sburocratizzazione. Si tratta del Comitato interministeriale per l’indirizzo e la guida strategica delle politiche di semplificazione e di qualità della regolazione, l’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione, e il Tavolo permanente per la semplificazione, quest’ultima sede stabile di consultazione con le categorie produttive, le associazioni dei consumatori, le Regioni e le autonomie locali. Al tavolo partecipa anche Confartigianato. Lo strumento strategico che guida le azioni delle tre strutture è il “Piano di azione per la semplificazione”, che individua i principali obiettivi per snellire la pesante macchina dello Stato, i soggetti responsabili, le azioni da intraprendere ed i tempi necessari per il loro compimento. Raccoglie, inoltre, tutte le azioni normative e amministrative in tema adottate nel tempo dal Governo. Il Piano di azione prevede anche un “Piano annuale della semplificazione”, che, per quanto riguarda l’anno in corso, è stato presentato a Confartigianato e alle altre associazioni di Categoria a fine inverno. Tra i provvedimenti inseriti nel Piano uno mira a “misurare gli oneri amministrativi” che gravano sulle imprese, un calcolo affidato al Dipartimento della Funzione Pubblica. A essere analizzate nel 2007 sono state alcune materie ritenute particolarmente onerose per il sistema imprenditoriale. In modo particolare: privacy, ambiente, prevenzione incendi, previdenza, lavoro, paesaggio, beni culturali. I primi a finire sotto la lente sono stati gli adempimenti connessi alla normativa sulla Privacy. Un inizio in grande stile, visto che si tratta di un tema emblematico e di forte impatto per le aziende, che mostra come l’Italia recepisca le normative UE, aggiungendo adempimenti e oneri aggiuntivi. Il metodo utilizzato per misurare l’efficienza della disposizione è stato il seguente: in primo luogo si è proceduto ad una mappatura degli “obblighi informativi” che gravano sulle imprese e successivamente, sulla base di questa ricognizione, è stato predisposto un questionario sottoposto a 18 imprese selezionate dalle Associazioni di categoria. Al termine del processo la Funzione Pubblica ha dato il suo responso: gli adempimenti connessi alla legge sulla privacy ogni anno costano alle imprese ben 1.752 milioni. A questo punto sono state individuate, senza attivare un confronto con le Associazioni, alcune proposte di semplificazione per alleggerire le imprese dagli adempimenti maggiormente costosi o irritanti, in materia di protezione dei dati personali. Tra queste nessuna prevede agevolazioni per le piccole imprese, che per il momento continuano a dover fare i conti con tutti gli adempimenti previsti dalla normativa, che di fatto equiparano un’azienda artigiana a un’industria. Continua invece al Senato l’iter del Disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni, che all’articolo 29, contiene una proposta avanzata da Confartigianato per escludere le imprese fino a 15 dipendenti dall’applicazione delle misure minime di sicurezza relative al trattamento dei dati personali. – BOX – Di seguito le proposte di semplificazione in tema di Privacy DATI PERSONALI: Escludere dai “dati personali” le informazioni relative alle persone giuridiche, gli enti e le associazioni (art. 4, comma 1, lett. b) del Codice) DATI SENSIBILI: Escludere dai dati “sensibili” l’informazione della malattia resa dal dipendente al datore di lavoro, senza indicazione della patologia (cioè la sola prognosi, contenente l’indicazione dell’inizio e della data presunta dell’infermità, con esclusione della diagnosi, cioè della specifica malattia del dipendente). RESPONSABILE E INCARICATO DEL TRATTAMENTO: Ammettere che la preposizione del responsabile e dell’incaricato del trattamento (artt. 29, comma 4 e 30, comma 2, del Codice) possa essere orale o comunque provata per testimoni nel caso di contestazioni. INFORMATIVA ALL’INTERESSATO: Escludere dall’oggetto dell’informativa l’indicazione dell’origine dei dati (art. 13, comma 1, lettera e), 7, comma 2, lettera a) del Codice). CONSENSO: Eliminare l’obbligo di consenso scritto (art. 23, comma 3, del Codice). DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA SICUREZZA (DPS): Sostituire, per le piccole imprese, l’obbligo di tenuta del DPS con un adempimento semplificato, disciplinato da apposita delibera del Garante. NOTIFICAZIONE: Eliminare dalle informazioni richieste nel modulo della notificazione al Garante e delineate nel fac-simile per la notificazione telematica pubblicato sul sito del Garante, tutto quanto è già contenuto nel documento programmatico sulla sicurezza, rinviando al medesimo, che si può allegare oppure esibire a richiesta.
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