23 Novembre 2007, h. 00:00
Il testo passa alla Camera: le nuove ‘correzioni’ di Confartigianato
Inizierà nei prossimi giorni in Commissione Bilancio della Camera l’esame del disegno di legge Finanziaria 2008, dopo il via libera del Senato del 15 Novembre. Anche in questa sede Confartigianato darà battaglia per ‘correggere’ il testo predisposto dal Governo. Diverse le proposte emendative sollecitate dalla Confederazione già recepite da parlamentari della maggioranza e dell’opposizione. In cima alle richieste Confartigianato ha posto nuovamente quelle relative ai tagli e all’innalzamento della franchigia Irap. La modifica mira a riequilibrare il carico fiscale anche a vantaggio delle società di persone e delle ditte individuali maggiormente strutturate, cioè del tessuto imprenditoriale più vitale del Paese che rischia di rimanere tagliato fuori da una manovra che prevede interventi, da un lato, sui contribuenti minimi e dall’altro, a favore delle società di capitali. Confartigianato chiede l’innalzamento della deduzione IRAP, dagli attuali 8.000 euro (ridotti dal disegno di legge in discussione a 7.350) sino a 10.000 euro. Una deduzione della quale beneficerebbe la maggior parte delle imprese artigiane, ossia quelle i cui valori di produzione sono al di sotto di 180.000 euro circa. Sul fronte degli studi di settore Confartigianato sollecita l’introduzione di una specifica norma che disciplini l’entrata in vigore dello studio revisionato dal periodo d’imposta successivo alla sua approvazione, dando così risposta alle esigenze poste dai contribuenti e dagli intermediari sia in materia di pianificazione fiscale, sia in materia di ordinato svolgimento degli adempimenti. Una seconda proposta riguarda il valore della prova degli indicatori di normalità economica da inserire a regime nei successivi studi di settore. In sostanza, secondo Confartigianato, gli indicatori, rappresentando uno strumento di individuazione delle condizioni di non normalità economica nell’esercizio dell’attività, devono avere natura di presunzioni semplici, prive, cioè, dei requisiti di gravità, precisione e concordanza. In caso di accertamento, l’onere della prova, ovvero motivare e fornire elementi a sostegno degli scostamenti riscontrati, deve essere posto a carico dell’ufficio accertatore. Una terza proposta di modifica mira alla riduzione dell’ammontare iscrivibile a ruolo quando l’accertamento per mezzo degli studi di settore avviene in presenza di una attestazione dei motivi che giustificano la mancata congruità dei ricavi. In questo caso Confartigianato chiede al Governo che si rispetti quanto previsto nel Protocollo siglato il 14 dicembre 2006, ossia la riduzione al 25% della percentuale delle somme dovute a titolo di riscossione provvisoria in pendenza di giudizio. Una quarta, e ultima, prevede che l’attività di accertamento a mezzo studi di settore sia rivolta prioritariamente nei confronti di soggetti diversi dalle imprese manifatturiere che operano prevalentemente in conto terzi, in considerazione della loro minor ‘pericolosità’ fiscale. Per quanto riguarda la rideterminazione dei premi dovuti dai datori di lavoro all’Inail, Confartigianato ha sollecitato la presentazione di un emendamento che, se approvato, permetterebbe di superare il complesso meccanismo individuato lo scorso anno per determinare l’avanzo di gestione dell’Inail e di conseguenza le riduzioni contributive per la gestione separata dell’artigianato, previste nel limite massimo di 300 milioni di euro. Una modifica necessaria, visto l’eccellente andamento della gestione degli artigiani che ha fatto registrare un avanzo di esercizio di oltre un miliardo di euro per il 2006. Sulla proposta si è già espressa favorevolmente la Commissione Bilancio del Senato che ha rinviato la valutazione della problematica a uno specifico disegno di legge, collegato alla manovra di finanza pubblica, in tema di Welfare e mercato del lavoro. Per evitare di depotenziare l’apprendistato, lo strumento che più di ogni altro permette ai giovani l’accesso al mondo del lavoro, Confartigianato chiede che venga fatto un passo in dietro rispetto alla norma inserita nella Finanziaria dello scorso anno, che ha aumentato di dieci punti la contribuzione previdenziale obbligatoria a carico delle aziende. Nel dettaglio si propone la soppressione della contribuzione per le imprese fino a nove addetti, per il primo biennio, fermo restando il contributo per la copertura in caso di malattie, che scatterebbe fin dal primo anno di apprendistato. La Finanziaria proroga anche per il 2008 la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati per giusta causa da imprese, anche artigiane. “Fino a quindici dipendenti”, però, escludendo di fatto tutte quelle al di sopra di tale numero. Un errore materiale nel testo, che Confartigianato chiede alla Camera di superare ripristinando l’originaria formulazione che permetteva l’iscrizione nelle liste anche ai lavoratori licenziati da aziende che occupano “anche meno di quindici dipendenti”. Per frenare i rincari della bolletta elettrica Confartigianato chiede una redistribuzione su tutti i consumatori di energia non domestica dell’aliquota di 0,93 centesimi di euro per kWh, che attualmente grava solo sulle imprese che consumano meno di 200.000 kWh/mese. Secondo la proposta l’aliquota potrebbe scendere a 0,54 centesimi di euro per kWh, con un risparmio per le PMI di 420 milioni di euro. Nessuna perdita per l’erario: la differenza sarebbe compensata dalla tassazione di una parte dei consumi degli utenti industriali. Nel passaggio della Finanziaria al Senato, è stato inserito come emendamento una norma che obbliga le amministrazioni centrali a comunicare, secondo degli indicatori che dovranno essere precisati dalla Consip (la società per azioni che cura, tra l’altro, la gestione del Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A.), gli importi di spesa e le categorie merceologiche su cui saranno orientati gli acquisti della Pubblica Amministrazione. Che saranno poi indirizzati sulle convenzioni. In sintesi, la norma tende a canalizzare le offerte aggregate direttamente sulle convenzioni, depotenziando le trattative ‘sotto la soglia comunitaria’. Con il rischio di allontanare dal mercato elettronico della PA le micro e piccole imprese. Un pericolo che Confartigianato considera reale e che è alla base di un emendamento con il quale si chiede di apportare una deroga all’obbligo di acquisto aggregato per le tipologie di beni e servizi prevista attualmente dal mercato elettronico della Pubblica Amministrazione. Venendo al tema del credito, Confartigianato ha sollecitato la presentazione di una proposta per accelerare i processi di razionalizzazione dei Confidi, prevedendo la creazione di appositi Fondi pubblici a cui i Confidi, al ricorrere di determinate condizioni stabilite dal Ministero dello sviluppo economico, possano richiedere contributi volti all’irrobustimento delle loro dotazioni patrimoniali ed al sostegno dei progetti di accorpamento e fusione. Infine la proposta di emendamento in materia di società cooperative mira a coordinare ed a rendere applicabili le norme vigenti in materia di inquadramento ai fini contributivi dei soci di cooperativa con qualifica artigiana, componendo l’attuale situazione di contenzioso contributivo.
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