17 Ottobre 2007, h. 00:00
Rischi di nuovi aumenti per le aziende dalla nuova ‘bolletta sociale’
Rischiano di diventare ancora più pesanti le bollette già salatissime che le imprese pagano per la fornitura di energia elettrica, a causa della riforma della ‘tariffa sociale’ domestica, ancora in fase di bozza, ma che potrebbe diventare operativa già all’inizio dell’anno nuovo. Stando alle prime indiscrezioni, gli aumenti sarebbero compresi tra 0,12 e 0,59 centesimi di euro al chilowat ora, a seconda che il costo dell’operazione sia caricato sull’intero sistema dei consumatori di energia o unicamente sull’utenza domestica. Si tratta di cifre provvisorie che emergono da uno studio dell’Autorità che stima il costo complessivo della manovra in circa 340 milioni di euro. Anche quest’ultimo dato non è definitivo e sarà sicuramente rimodulato nei prossimi giorni. Secondo Confartigianato, la modifica della tariffa sociale è una misura importante e necessaria per venire incontro alle esigenze delle famiglie realmente disagiate o di quelle che devono prendersi cura di un malato assistendolo a casa con l’ausilio di apparecchiature elettriche salvavita. Nel contempo viene espressa pereoccupazione per il pericolo che il costo di una tale operazione possa ricadere sulle bollette delle imprese, che già oggi sono le più alte di tutta l’Europa a 27. Dalle prime stime sul provvedimento, previsto dal decreto legge sulle liberalizzazioni del mercato elettrico, ammonta a circa 200 milioni di euro il contributo che le PMI sarebbero chiamate a versare. Si tratta circa della metà del totale dell’operazione, una cifra che diventa insostenibile se sommata al balzello dei meccanismi ‘incentivanti’ (CIP6, sviluppo fonti rinnovabili e risparmio energetico) che ha fatto lievitare i costi della corrente, e all’effetto moltiplicatore dell’Iva, che esporrebbe di fatto le aziende a una ingiustificata forma di doppia tassazione sull’energia. Tutti aspetti critici che sono stati segnalati da Confartigianato il 19 luglio nel corso dell’audizione periodica dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, e ribadite in questi giorni in una nota congiunta con le sei confederazioni delle PMI aderenti al Progetto Energia Intelligente (Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confapi, Confagricoltura). La posizione confederale è chiara: i costi del sistema di protezione sociale, importante e condiviso, devono gravare sulla fiscalità generale e non sulle PMI che, rappresentando circa il 50% dei consumi elettrici nazionali, sarebbero chiamate a farsene carico in massima parte. L’iter del provvedimento è appena cominciato: per fine ottobre è previsto l’esame della Conferenza Stato Regioni, successivamente quello delle Commissioni Parlamentari. Durante la fase di studio dell’iniziativa, erano state formulate tre ipotesi per recuperare l’onere della riforma tariffaria. La prima prevedeva che potesse andare a carico dei soli utenti domestici; la seconda di tutti gli utenti, incluse le imprese; la terza, invece, immaginava di farlo assorbire dal sistema fiscale. La strada che sembra aver imboccato l’Authority, di concerto con i ministeri dello Sviluppo economico, Tesoro, Famiglia e Solidarietà sociale, è quella di mezzo, quella che chiama in causa la globalità delle utenze, mondo delle aziende compreso. Prende forma, intanto, il meccanismo di sostegno che da gennaio potrebbe ridurre di circa il 20% la bolletta elettrica dei nuclei familiari meno abbienti e numerosi, superando l’attuale sistema basato sui consumi, che privilegia i ‘single’ che giocoforza consumano pochissimo, e penalizza le famiglie che, all’opposto, fanno fatica a rallentare la corsa del contatore. Il bonus sarà erogato come una compensazione e non come uno sconto in bolletta. Potenziali beneficiari, una platea di circa 5,2 milioni di famiglie, quasi il 20% del totale dei 22,6 milioni di nuclei familiari italiani. I destinatari della misura saranno individuati tramite l’Isee, l’Indicatore di situazione economica equivalente, e riguarderanno le famiglie con indice fino a 7.500 euro l’anno, un tetto in cui rientrano anche i cittadini che godono dell’esenzione totale del ticket. Nel documento sono previsti anche ‘specifici interventi tariffari’ riconosciuti a prescindere da considerazioni di carattere economico, a persone che per gravi ragioni di salute necessitano di apparecchiature elettriche quali respiratori, concentratori di ossigeno, ventilatori, strumenti che consumano grandi quantità di corrente e che spesso devono rimanere accesi tutti i giorni dalle 16 alle 24 ore. Qualora si prevedessero corrispettivi crescenti al crescere dei consumi, ecco che questi, in mancanza di specifiche disposizioni, risulterebbero ingiustamente penalizzati. La bozza prevede anche l’ipotesi di chi rientra allo stesso tempo nella fascia svantaggiata dal punto di vista economico e in quella degli utilizzatori dei dispositivi salvavita: in questo caso i bonus si sommano.
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