19 Ottobre 2007, h. 00:00

Le pmi modello di sviluppo per i Paesi del Sud America

Dopo la “Terza Conferenza nazionale Italia-America Latina e Caraibi” che si è tenuta a Roma presso il Ministero degli Esteri, alla presenza della presidentessa del Cile Michelle Bachelet, un vicepresidente della Repubblica, undici Ministri e tre viceministri degli Esteri – tanto per fare qualche numero – i legami tra il nostro Paese e quelli del sub continente americano non sono stati mai così stretti. Legami che vanno oltre la constatazione di sentimenti di vicinanza e di quel particolare ‘sentire comune’ che sembra unire i popoli latini, forse più con le parole che nei fatti. Il messaggio che, dalla Conferenza, il Governo ha voluto lanciare si può riassumere in una frase del sottosegretario agli Esteri Donato Di Santo: l’Italia torna al suo posto, un grande Paese europeo che ha radici storiche in tutta l’America Latina. A lanciarsi nella sfida è l’intero Paese, non solo l’Esecutivo. La sfida, sott’intesa dall’Onorevole Di Donato, è quella di ricostruire un nuovo rapporto con i Paesi dell’area, improntato su parametri diversi rispetto a quelli utilizzati fino a oggi, che si regge sulla sostituzione della parola ‘solidarietà’, retaggio di un passato buio ormai dietro alle spalle, con quella più moderna di ‘collaborazione’. Un passaggio importante che mette nella giusta luce, e allo stesso tempo riconosce, sia la crescita economica e sociale di quei Paesi, sia la fitta rete di relazioni diplomatiche e commerciali che hanno contribuito al raggiungimento dell’obiettivo.Un flusso continuo di esperienze, uomini, capitali e merci che ha alimentato e che continua ad alimentare entrambe le parti. Che oggi potrebbe essere ottimizzato ‘esportando’ il modello di sviluppo di maggior successo che l’Italia ha saputo realizzare, quello delle piccole e medie imprese, dei distretti, dei movimenti cooperativi. Un’ottimizzazione confermata dal Ministro per il Commercio Internazionale Emma Bonino che, nel corso della due giorni della Farnesina, ha proposto tre strade per dare ancora maggior slancio ai rapporti commerciali tra Italia e America Latina, in un momento in cui sono “in netta ripresa” con un “trend già più che positivo”: puntare sulle piccole e medie imprese – definite dal Ministro Bonino “un’eccellenza dell’Italia”-, sull’internazionalizzazione delle cooperative, e soprattutto sull’imprenditoria femminile. Una linea su cui si è detto d’accordo il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, unico rappresentante delle Organizzazioni imprenditoriali italiane ad intervenire alla Conferenza, che nel suo intervento ha indicato le modalità per sviluppare il modello della piccola impresa italiana in Sud America. “Le grandi potenzialità di cooperazione tra il nostro Paese e quelli dell’America Latina nell’ambito dello sviluppo economico basato sulla piccola e media impresa – ha spiegato Fumagalli – possono rafforzarsi da un lato offrendo collaborazione agli imprenditori sudamericani in materia di facilitazione all’accesso al credito, e dall’altro incentivando la costituzione di piccole e medie imprese da parte degli immigrati provenienti da quell’area e residenti nel nostro Paese”. “Senza un adeguato accesso al credito – prosegue Fumagalli – è difficile fare impresa. Dobbiamo usare gli strumenti del credito facendo leva sulla solidarietà tra imprenditori: non si tratta, però, di immaginare interventi di tipo umanitario bensì di ottenere credito finalizzato all’impresa e allo sviluppo caratterizzati da criteri di professionalità bancaria. In questo campo Confartigianato ha una lunga esperienza che è pronta ad offrire ai Paesi latinoamericani”. L’altro aspetto riguarda “il ruolo degli stranieri nel mercato italiano”. Ha affermato Fumagalli: “Al primo gennaio di quest’anno si contano in Italia 260 mila migranti sudamericani con una crescita del 53% negli ultimi tre anni, mentre 20 mila sono le imprese costituite da questi, in particolare nei settori dei piccoli trasporti, della edilizia e dei servizi”. “Questo fenomeno – ha concluso il segretario di Confartigianato – va facilitato e accompagnato perché rappresenta il punto di arrivo dell’integrazione economica e sociale e si caratterizza come scelta di legalità e accettazione del modello di vita del Paese di arrivo”.

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