6 Settembre 2007, h. 00:00

Parte da Confartigianato la “Comunità euro-mediterranea delle PMI”

Nacque in occasione dell’ultima “Convention delle Categorie”, svoltasi a Cartagine dal 28 al 30 giugno scorsi, l’idea di un sistema di collaborazione ed interazione tra le imprese artigiane dell’area euro – mediterranea. Un sistema il cui motore è rappresentato da Confartigianato, dall’Italia e dalle imprese nostrane, l’eccellenza artigiana europea. L’impegno è stato mantenuto e si concretizzerà a Bari il 12 settembre prossimo, quando le Associazioni di categorie delle nazioni coinvolte si incontreranno per dare forma ad uno dei più grandi ed ambiziosi progetti internazionali che riguardano le piccole e medie imprese, la “Comunità delle PMI del Mediterraneo”. In realtà, l’Unione Europea aveva già pensato ad una rete di libero scambio tra i paesi bagnati dal Mar Mediterraneo, fissando al 2010 il termine per la creazione di questo apparato. Ma a tre anni da quella scadenza niente di concreto è stato ancora fatto. E allora, invece di perdere un’occasione di sviluppo economico e commerciale tanto importante, perché non muoversi autonomamente, stimolando l’adesione e creando le possibilità strutturali di un mercato comune? E’ così che Confartigianato, e la piccola e media imprenditoria italiana, si sono posti alla guida di questo movimento. Un processo virtuoso di crescita ed integrazione sul modello di altre zone del mondo, come l’Estremo Oriente, dove si sono venute a creare una serie di interazioni commerciali tra nazioni più sviluppate, caratterizzate da costi di lavorazione elevati, con paesi in via di sviluppo, con un costo contenuto del lavoro. Una possibilità per aprire nuove mercati per i primi, una crescita commerciale ed imprenditoriale per i secondi. Se si considera che l’area del Mediterraneo rappresenta la quarta voce delle esportazioni italiane, con un volume d’affari di circa 20 miliardi di euro nel solo 2006, la creazione di una “Comunità delle piccole e medie imprese” potrebbe rappresentare il definitivo salto di qualità per l’economia artigiana del nostro Paese. La Comunità potrà contare sul lavoro delle tre sedi operative, una per ogni zona del Mare Nostrum, l’area occidentale, l’Africa Settentrionale e la Penisola Balcanica. La “mente” centrale avrà invece la propria sede in Italia, che, oltre ad esserne il Paese promotore grazie all’azione Confederale, torna a svolgere un ruolo determinante nel bacino del Mediterraneo, aprendo nuovi mercati d’espansione commerciale e rappresentando un modello d’eccellenza per le imprese straniere.

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