30 Agosto 2007, h. 00:00
Sicurezza stradale: il giro di vite del ministro Bianchi
Il Consiglio dei ministri, di fronte ai dati degli incidenti stradali del mese di luglio – “il numero dei morti è stato eccessivo. Non solo alto, ma proprio senza giustificazione” come ha ricordato il premier Romano Prodi – ha detto basta. Lo stop si è tradotto in un decreto legge lampo, in sostituzione della legge ordinaria in dibattimento alla Camera, approvato a pochi giorni dal tradizionale esodo estivo degli italiani. “Le nuove norme entreranno in vigore da subito – ha affermato il Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi – e saranno applicate già nel primo temuto weekend di agosto”. Tra le prime disposizioni immediatamente operative, quelle riguardanti la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze. In entrambe i casi tolleranza zero con arresto fino a sei mesi (pena che può essere commutata nell’obbligo di svolgere un’attività sociale gratuita presso strutture traumatologiche pubbliche), sanzioni fino 6.000 euro, oltre alla sospensione della patente da sei mesi a un anno, che scatta al momento dell’accertamento del reato. Sempre che il conducente sottoposto ai controlli non abbia provocato incidenti, perché in tal caso le pene raddoppiano, con in più il fermo amministrativo del mezzo per novanta giorni. Piena libertà, inoltre, di rifiutare il test del palloncino, salvo incappare in una multa da far tornare la lucidità seduta stante: da 2.500 a 10.000 euro. Una mannaia che non risparmia i professionisti dell’autotrasporto, anzi, proprio su loro si abbatte con maggiore forza: revoca della patente se colti al volante in stato alterato, per più di una volta nell’arco di due anni. A Francesco del Boca, Presidente di Confartigianato Trasporti, le nuove regole proprio non vanno giù. “Non ci piacciono, troppo punitive. L’autotrasporto non partecipa alle stragi del sabato sera. Le norme relative al consumo di alcolici o di sostanze stupefacenti non descrivono un problema della nostra categoria. I killer della strada sono altri”. A chi fa riferimento? “Penso a chi si mette al volante di autovetture abitualmente ubriaco, o drogato, oppure ai giovani che sommano alcol a inesperienza, un cocktail spesso mortale. In questi casi è giusto sanzionare, dico di più, ben venga la revoca della patente, e non dopo due o tre segnalazioni. Non tutto il contenuto del decreto è da gettare, alcune norme sono giuste, ma in troppi punti si discrimina la categoria. Come nel caso della velocità”. Insieme ad alcol e droga, a finire sul banco degli imputati delle stragi sull’asfalto, sono proprio gli eccessi di velocità. Pugno di ferro contro gli amanti delle corse. Chi supera il limite di 40 chilometri orari, ma meno di 60, si deve aspettare una multa da 370 a 1.458 euro e la sospensione della patente da tre a sei mesi. Per chi ha il piede ancora più pesante e sorpassa il limite di oltre 60 chilometri orari, scatta una sanzione tra 500 e 2.000 euro e la sospensione della patente da sei a dodici mesi. Se il piede non si fa più leggero, se l’infrazione si ripete nel biennio, ecco la sospensione del documento. Anche qui sanzioni amministrative pecuniarie e accessorie raddoppiate per i professionisti delle quattro e più ruote. “Come vede siamo ancora quelli colpiti in modo più duro. E non è giusto. Per noi sanzioni raddoppiate. L’eccesso di velocità non può riguardare i nostri mezzi muniti di limitatore. Va bene la norma relativa all’inasprimento delle sanzioni in caso di manomissione dell’apparecchio: noi non giustifichiamo i delinquenti, che devono pagare, ma le persone che lavorano tutti i giorni con correttezza e professionalità. I nostri mezzi coinvolti in incidenti mortali sono solo il 6.2% del totale. Il 3.3% delle disgrazie avviene nei centri urbani e il 2.5% su strade extraurbane e autostrade. Va da sé che solo questi ultimi sono provocati da mezzi da autotrasporto propriamente detti. Gli altri, la maggioranza, da piccoli mezzi, furgoni”. Le novità introdotte dal Decreto Bianchi non si fermano qui. Confermato per i conducenti il divieto di utilizzo dei cellulari sprovvisti di auricolare o viva voce, pena una sanzione da 148 a 594 euro, e la sospensione della patente da uno a tre mesi se la violazione viene ripetuta nel corso del biennio. Arresto in caso di guida senza patente recidiva, e, in ogni caso, multa da 2.257 a 9.032. Limiti anche all’utilizzo delle due e delle quattro ruote da parte dei neo patentati. E ancora: fine degli autovelox nascosti e via libera agli strumenti che permettono alle forze dell’ordine di calcolare la velocità media su un tratto di strada prefissato. Ma le sole misure repressive varate dal governo potrebbero non essere sufficienti per raggiungere l’obiettivo imposto dall’Unione Europea, dimezzare i morti da incidenti stradali entro il 2010, se, nello stesso tempo, non si mettono in cantiere interventi mirati a migliorare la qualità delle infrastrutture. “Le cito alcuni dati – riprende Del Boca di Confartigianato Trasporti – dal 1985 al 2005 i chilometri di strade e autostrade in Europa sono aumentati del 79%, e in Italia appena del 7.9%. Le nostre strade sono vecchie”. Che molte strade italiane siano vecchie e pure pericolose è un’opinione condivisa anche dall’Automobile Club d’Italia che, anzi, rincara la dose: “Se si mettessero in sicurezza le strade più a rischio – si legge in una nota dell’Automobile Club – abbassando il tasso di mortalità ai livelli medi della rete nazionale, si avrebbe una riduzione di circa il 60% dei decessi pari ad oltre 600 vittime l’anno. Oggi la totalità degli incidenti mortali si concentra su appena il 3.2% dell’estensione complessiva delle strade italiane, le cui condizioni rappresentano oggi, un forte elemento di rischio”. Un panorama sconfortante. Ma nel Decreto Bianchi, c’è almeno un punto che accoglie le rivendicazioni degli autotrasportatori e li fa felici? “Si. Uno c’è – conclude il presidente di Confartigianato Trasporti -. Siamo stati ascoltati poco, ma su almeno un punto l’abbiamo spuntata. Finalmente ci viene riconosciuta una patente professionale, che si affianca a quella già in possesso dai trasportatori. Se si riceve una sanzione mentre non si è al lavoro e si è alla guida della propria autovettura, i punti vengono tolti dalla patente ‘privata’ e non da quella professionale. E viceversa. La nostra richiesta era partita nel 2005, e solo adesso è stata esaudita. Una delle poche”.
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