12 Marzo 2007, h. 17:56

Gli imprenditori italiani ‘bruciano’ 13,7 miliardi/anno in burocrazia Micro imprese le più penalizzate con 11 miliardi di oneri In Lombardia record negativo: 2,6 miliardi (19,3% del totale) Confartigianato: “Governo intervenga subito con semplificazione”

Le imprese della Lombardia ‘bruciano’ 2,6 miliardi l’anno in adempimenti burocratici connessi all’attività d’impresa. Una cifra che supera quella delle altre regioni italiane e che è pari al 19,3% dei 13,7 miliardi di euro che tutti gli imprenditori sprecano ogni anno in moduli e scartoffie.

Confartigianato ha misurato il poco invidiabile record delle regioni nelle quali il carico burocratico è più opprimente. E ha scoperto, oltre alla leadership negativa della Lombardia, un altro triste primato che riguarda le aziende di piccole dimensioni.

Infatti, in tutte le regioni, sono le micro imprese fino a 9 dipendenti a sopportare i costi più ingenti in burocrazia: ben 11 miliardi l’anno, vale a dire l’80,4% del totale dei 13,7 miliardi spesi ogni anno da tutte le imprese italiane.

In pratica, ogni 12 mesi, ciascuna microimpresa deve sacrificare 11.114 euro per rispettare gli adempimenti amministrativi connessi all’attività produttiva. Una somma che incide per il 29,6% sul costo del lavoro.

Nella classifica regionale della Pubblica Amministrazione più costosa per gli imprenditori, dopo la Lombardia, il secondo posto è detenuto dal Veneto (dove le imprese spendono in burocrazia 1,3 miliardi l’anno, pari al 9,6% del totale nazionale), seguito dall’Emilia Romagna e dal Lazio (quasi a pari merito con 1,2 miliardi, cioè l’8,9% della spesa nazionale) e, in quinta posizione, dal Piemonte (con una cifra di 1 miliardo corrispondente all’8% del totale).

A livello di macro aree, Confartigianato ha calcolato che la quota più onerosa di burocrazia grava sulle regioni del Nord Ovest (4,1 miliardi, pari al 30,4% del totale nazionale). A seguire vi sono le regioni del Mezzogiorno (3,5 miliardi, pari al 26,2% del totale), quelle del Nord Est (3 miliardi, corrispondenti al 22,6%) e infine del Centro (2,8 miliardi, pari al 20,8%).

A fronte di questi dati, il Presidente Guerrini sollecita “un forte impegno del Governo sul fronte della semplificazione degli adempimenti burocratici che oggi gravano soprattutto sulle piccole imprese”.

Secondo Guerrini “non bastano i pur positivi provvedimenti del Ministro Bersani per semplificare l’avvio d’impresa. Rimangono altri aspetti critici da risolvere. Innanzitutto va superata l’attuale frammentazione di competenze e di responsabilità istituzionali sulla materia. Con l’obiettivo di creare un unico centro di governance della strategia di semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”.

“Ma è altrettanto indispensabile – spiega Guerrini – coordinare, con un ‘patto di cooperazione’, gli interventi dello Stato con quelli delle Regioni e degli Enti locali, per evitare che nelle diverse aree del Paese si proceda a diverse velocità e con modalità differenti”.

rss