29 Marzo 2007, h. 17:44
CONCERTAZIONE – Tavolo sul Mezzogiorno Il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli: “Occupazione nel Sud è fatta dalle piccole imprese. Per rilancio del Mezzogiorno puntare su giovani, autoimprenditorialità, innovazione”
“Gli interventi per lo sviluppo del Mezzogiorno devono tenere conto che, dal 1981 al 2001, la crescita dell’occupazione nel Sud è avvenuta esclusivamente nelle piccole imprese le quali hanno dato vita a 634.637 posti di lavoro. Nello stesso periodo le grandi imprese ne hanno persi 60.813. Quindi, in 20 anni, per ogni posto di lavoro distrutto nella grande impresa, le piccole aziende ne hanno creati dieci”.
Lo ha sottolineato oggi il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli durante la riunione del tavolo a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali sul Mezzogiorno.
Fumagalli ha ribadito che “le 5 Organizzazioni delle micro e piccole imprese dell’artigianato e del commercio si presentano alla concertazione con il Governo unite e con proposte condivise in un documento comune per il rilancio dello sviluppo delle regioni meridionali e per arrivare all’obiettivo europeo indicato nell’Agenda di Lisbona di un tasso di occupazione del 70%. Oggi, purtroppo – ha fatto rilevare – nel Sud siamo ancora fermi ad un tasso di occupazione del 45,7% e i giovani, nonostante abbiano un elevato livello di scolarizzazione, non dispongono di competenze specialistiche e quindi rimangono disoccupati oppure sono costretti ad emigrare al Nord”.
A questo proposito, Fumagalli ha indicato alcune priorità: incentivare l’occupazione dei giovani, favorendone la qualificazione e la specializzazione soprattutto nelle piccole imprese della filiera energetica e della cultura e turismo; promuovere l’autoimprenditorialità e i processi di innovazione delle aziende; ripristinare condizioni di legalità quale humus indispensabile per fare impresa; puntare su incentivi automatici per le imprese quali il credito d’imposta; favorire l’aggregazione delle imprese in rete e in filiera; ammodernare la Pubblica Amministrazione; migliorare la qualità della spesa attraverso un circuito virtuoso di condivisione di strategie ed obiettivi a livello locale tra decisori pubblici e parti sociali”.
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