26 Dicembre 2006, h. 11:32
I risultati di un sondaggio di Confartigianato Fase due/ Le riforme più attese dalle Pmi: meno burocrazia, nuovi incentivi alle imprese, energia libera. Pessimismo su effetti dei recenti provvedimenti del Governo
Semplificazione degli adempimenti burocratici, nuovi incentivi alle imprese, liberalizzazione del mercato dell’energia: sono le riforme più attese dai piccoli imprenditori secondo un sondaggio promosso da Confartigianato e condotto tra l’11 e il 14 dicembre su un campione di 529 imprese con meno di 20 addetti, distribuite in tutta Italia.
La liberazione da lacci e laccioli burocratici è al primo posto nelle aspettative delle piccole imprese, con l’83,4% degli intervistati che la ritengono importante; altrettanto importante risulta poter avere migliori incentivi per la propria attività (72,4% delle risposte) ed energia elettrica e gas più liberi e quindi meno costosi (70,9% delle risposte).
Più distanziate, ma giudicate importanti da circa due terzi degli imprenditori, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali e la riforma delle pensioni. Tra i cambiamenti meno attesi vi è invece la class action (cioè la possibilità di intentare azioni legali collettive per la tutela di interessi individuali). E proprio quest’ultima riforma è quella meno conosciuta dalle Pmi.
A fronte di queste speranze nella ‘fase due’, i piccoli imprenditori si dichiarano poco ottimisti circa gli effetti dei provvedimenti adottati dal Governo negli ultimi sei mesi.
Infatti, 2 imprenditori su 3 (66,7%) si dicono convinti che i primi atti dell’Esecutivo lasceranno invariati o addirittura faranno aumentare i privilegi di politici e dirigenti pubblici. E il 64,3% pensa che cresceranno o resteranno immutati gli sprechi nella gestione della Pubblica Amministrazione. Analogamente il 53,7% degli intervistati ha risposto che non cambierà o addirittura diminuirà l’efficienza della pubblica amministrazione centrale e il 59% pensa che non vi saranno miglioramenti anche per quanto riguarda il funzionamento di Regioni, Province e Comuni.
Nel giudizio delle piccole imprese, le cose non sono andate meglio nemmeno nel corso degli ultimi due anni: l’81,6% degli intervistati ritiene infatti che siano aumentati o rimasti invariati gli sprechi pubblici. Soltanto il 5,2% pensa che siano diminuiti i privilegi di politici e dirigenti pubblici e oscilla attorno al 15% la quota di chi ha percepito miglioramenti nell’efficienza della Pubblica Amministrazione a livello centrale e locale.
“I risultati del sondaggio – commenta il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – dimostrano che la Finanziaria non ha contribuito a rafforzare la fiducia dei piccoli imprenditori. Per agganciare la ripresa c’è bisogno di segnali positivi, di avviare senza esitazioni la stagione delle riforme strutturali indispensabili per liberare il Paese e le imprese da vincoli ed ostacoli che ne frenano lo sviluppo. Mi riferisco, ad esempio, alla liberalizzazione dei mercati dell’energia, alla riforme della Pubblica Amministrazione, alla semplificazione degli adempimenti burocratici, alla riforma delle professioni, dei servizi pubblici locali”.
“Dal Governo – aggiunge Guerrini – attendiamo pertanto segnali e atti concreti che recepiscano le nostre sollecitazioni per iniziare ridurre la ‘tassa da scarsa concorrenza’ che pesa su imprese e famiglie per una somma pari a 7,8 miliardi di euro l’anno. Sulla realizzazione di questa fase si fondano le prospettive di rilancio delle nostre aziende”.
Notizie correlate:
Nessun articolo correlato.