29 Dicembre 2006, h. 11:31
ENERGIA Allarme di Confartigianato: “Tariffe sempre alte. Gli ‘sconti’ ai grandi consumatori pesano per 2 miliardi nella bolletta delle PMI”
“La permanenza degli oneri generali di sistema non ha consentito la diminuzione delle tariffe energetiche nel primo trimestre 2007. La delibera dell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas conferma infatti che le piccole imprese dovranno fare i conti con costi dell’elettricità del gas sempre troppo elevati”.
Questo il commento espresso dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale fa rilevare che “per abbassare i costi a carico delle Pmi è indispensabile procedere rapidamente alla liberalizzazione del mercato dell’energia e ad una rimodulazione del sistema della tassazione”.
Il Presidente di Confartigianato spiega che “le anomalie della politica energetica nazionale si scaricano sulle bollette elettriche delle piccole imprese con un onere molto alto: oltre 2 miliardi di euro all’anno”.
La cifra è stata calcolata da Confartigianato mettendo in fila le voci che compongono il costo totale dell’elettricità utilizzata dalle piccole aziende.
Risultato: il 25,3% dell’importo delle bollette elettriche di artigiani e Pmi – equivalente appunto a 2.026 milioni di euro all’anno – serve a finanziare un sistema di tassazione sperequato tra piccole e grandi imprese e i vantaggi accumulati negli ultimi anni dai grandi consumatori di energia.
Soltanto le disparità di trattamento nell’applicazione delle accise, vale a dire le imposte sul consumo di elettricità, costano alle Pmi 740 milioni di euro ogni anno: una piccola impresa paga un’aliquota media di imposta sul kilovattora che è 11,5 volte maggiore rispetto a quella di una grande azienda.
A gonfiare la bolletta delle Pmi vi sono anche gli oneri generali di sistema. Tra questi pesano per 775 milioni di € i contributi per finanziare nuovi impianti da fonti rinnovabili ed assimilate (i cosiddetti CIP 6).
Altri 138 milioni di euro se ne vanno per coprire gli stranded costs, cioè i ‘costi incagliati’ relativi ad investimenti effettuati dagli operatori ex monopolisti prima della liberalizzazione e che ora, in condizioni di libero mercato, non sono più ammortizzabili. E, ancora, pesano sulle bollette dei piccoli imprenditori, 123 milioni euro di contribuzione per i regimi speciali, 77 milioni di euro per la perequazione di energia destinata al mercato vincolato e 62 milioni di euro per remunerare il servizio di interrompibilità dei grandi consumatori di energia.
A fronte di questi costi a carico delle piccole imprese, Confartigianato segnala che le grandi aziende godono di vantaggi e benefici esclusivi, tra cui, ad esempio: l’esenzione completa dall’imposta erariale sull’energia elettrica per consumi superiori a 1.200.000 kWh/mese; l’esenzione dalla addizionale provinciale per i consumi che superano i 200.000 kWh/mese; l’esenzione completa dall’imposta erariale per settori di monopolio pubblico, quali autostrade, fiere, Ferrovie dello Stato, esercizio di intercomunicazioni telefoniche, impianti televisivi; l’esenzione completa per energia utilizzata come riscaldamento per processi industriali; sconti ai clienti interrompibili.
“Ma – fa notare il Presidente Guerrini – la mole di agevolazioni sulla fiscalità e sugli ‘oneri sociali’ per i grandi consumatori di energia, oltre a pesare sulle tasche delle piccole imprese, non sempre ha costituito una condizione per una maggiore competitività dei settori energivori e per una migliore tutela dell’ambiente”.
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