12 Ottobre 2006, h. 17:02
Legge Finanziaria Allarme di Confartigianato: Tasse locali pronte ad esplodere con un gettito di 6 miliardi. Rischio di ulteriore aumento della pressione fiscale
La manovra Finanziaria 2007 ha innescato una bomba, quella delle tasse locali che, se esplodesse, produrrebbe un incremento della pressione fiscale pari a 0,4 punti sul PIL.
Confartigianato sottolinea infatti che la Legge Finanziaria mette a disposizione degli Enti Locali, e in particolare dei Comuni, la possibilità di aumentare le imposte locali, con una potenziale crescita delle entrate per i Comuni di 6 miliardi di euro, che corrisponde appunto ad un aumento di pressione fiscale di 0,4 punti sul PIL.
L’effetto di queste tasse locali, per ora ‘dormienti’, andrebbe a sommarsi al già previsto aumento di 0,9 punti della pressione fiscale conseguente alle misure contenute nella Finanziaria, innalzando così a 1,3 punti sul Pil il potenziale complessivo aumento della pressione fiscale nel 2007.
Confartigianato ha analizzato nel dettaglio l’impatto delle singole entrate locali previste dalla Finanziaria 2007. Si scopre così che l’aumento dell’addizionale comunale, previsto in caso di sfondamento del vincolo di bilancio da parte dei Comuni, può far lievitare il gettito dell’addizionale fino al 231%, con maggiori entrate che arrivano fino a 3.480,4 milioni di euro.
Inoltre, i Comuni potranno applicare l’art. 8 della Finanziaria per introdurre imposte di scopo per finanziare opere pubbliche, applicate mediante l’aumento fino allo 0,5 per mille dell’ICI. Altro gettito potenziale di 870,1 milioni di euro.
Senza dimenticare la tassa di soggiorno fino a 5 euro per notte con la quale verrebbero drenate da consumi alternativi risorse per 1.699 milioni di euro, di cui il 57,7% pagato da italiani e il 42,3% da turisti stranieri. Quest’ultima nuova tassa frena pesantemente il rilancio del turismo, in un contesto che ha visto il nostro Paese passare dal 1° posto del 1970 per quota di mercato degli arrivi internazionali al 5° posto del 2004.
Tutto ciò – fa notare Confartigianato – mentre i Comuni continuano a spendere risorse in burocrazia. Infatti, Confartigianato ha calcolato che, tra il 2000 e il 2004, il 62,7% della maggiore spesa corrente dei Comuni è destinata al personale e all’acquisto di servizi per le Funzioni di amministrazione e di gestione. Insomma, i 2/3 della maggiore spesa comunale è stata impiegata per accrescere la macchina burocratica. Non va meglio sul fronte della spesa in conto capitale: tra il 2000 ed il 2004 è aumentata l’acquisizione di immobili per 7,5 miliardi di euro, con un aumento delle partecipazioni azionarie di 670 milioni di euro. In altre parole, mentre i veri imprenditori soffrono, i Comuni fanno sempre più il mestiere di imprenditori.
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