10 Ottobre 2006, h. 17:09
Aggiornamento trimestrale delle tariffe dell’energia elettrica: dal 1° Ottobre 2006 nuovi aumenti per i consumatori e per le imprese Le Piccole e Medie Imprese chiedono una politica energetica sostenibile. Conciliare sviluppo economico e rilancio della competitività delle Pmi con tutela dell’ambiente, sicurezza ed economicità degli approvvigionamenti energetici
“Non è più tollerabile che i consumatori più deboli continuino a sostenere con la loro spesa energetica gli utili degli ex monopolisti del settore. Chiediamo che i Fondi del CIP 6, che ammontano a circa 30 miliardi di euro, tornino ad essere destinati al sostegno delle energie rinnovabili ed alla riduzione dei costi energetici per i piccoli consumatori”.
Questa la posizione espressa oggi da Confartigianato e Cna nell’ambito dell’iniziativa promossa a Roma dai Verdi in materia di politica energetica.
Secondo Confartigianato e Cna, che condividono la posizione espressa dai Verdi, “negli ultimi anni la spesa energetica è cresciuta a ritmi insostenibili, soprattutto per i consumatori più deboli. In questo contesto, la competitività e lo sviluppo delle PMI, che rappresentano la principale forza produttiva nazionale, risultano fortemente condizionati dal continuo rialzo dei prezzi dell’energia e dall’incertezza degli approvvigionamenti (come dimostrato dai black out elettrici del 2003 e dalla recente crisi del gas) dovuta soprattutto dall’eccessiva dipendenza energetica dall’estero”.
Le due Confederazioni considerano “insostenibile per le PMI, e in generale per i piccoli consumatori, che la bolletta energetica in Italia sia notevolmente superiore alla media europea, e che a fianco di continui aumenti dei prezzi sussistano profitti sempre più elevati dei principali operatori nazionali (ENI ed ENEL in testa). Inoltre, l’impatto dell’imposizione fiscale sulle bollette contribuisce ad aggravare questa situazione di squilibrio, dal momento che gli oneri fiscali sono ripartiti in modo sperequato tra le diverse classi di consumo in modo da penalizzare le piccole imprese rispetto ai grandi consumatori di energia”.
A giudizio di Confartigianato e Cna “la politica italiana di incentivo alle fonti rinnovabili di energia non ha saputo cogliere le opportunità collegate a tale settore. Gran parte delle risorse che dovrebbero essere destinate allo sviluppo di ‘energie pulite’ – secondo il provvedimento CIP 6 (e che provengono dalle tasche dei consumatori poiché costituiscono una quota della bolletta) – viene invece assegnata alle cosiddette “fonti assimilate”, per lo più rigassificatori di scarti di raffinerie ed inceneritori di rifiuti, mentre il meccanismo del conto energia introdotto per l’incentivazione dell’energia da fonte fotovoltaica ha prodotto risultati nettamente inferiori a quelli che si attendevano, soprattutto a causa degli eccessivi limiti burocratici e temporali”.
Confartigianato e Cna ritengono quindi “indispensabile ed urgente un intervento delle nostre Istituzioni che favorisca il completamento effettivo della liberalizzazione dei mercati energetici, eliminando le rendite monopolistiche di posizione, garantendo il corretto funzionamento dei meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto (evitando che gli oneri conseguenti dal mancato rispetto da parte degli operatori degli obiettivi fissati dal Protocollo vengano automaticamente trasferiti sulle bollette dei consumatori finali) e che promuova modelli di produzione, distribuzione e consumo dell’energia maggiormente sostenibili e decentrati, basati sul risparmio, l’efficienza e la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
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