25 Agosto 2006, h. 10:02
Monitoraggio di Confartigianato su attività in ascesa e in crisi dal 2002 ad oggi Boom di piccole imprese per new economy, alimentare, fitness, tutela ambientale
Internet, buona cucina, benessere fisico stimolano la vivacità imprenditoriale. I nuovi stili di vita degli italiani hanno infatti contribuito a far nascere, dal 2002 al primo trimestre 2006, 34.700 piccole imprese soprattutto nei settori dell’information technology, delle attività ricreative e del fitness, dell’agroalimentare, della tutela ambientale.
La classifica dei mestieri in ascesa è stata stilata da Confartigianato, che ha anche rilevato le attività in crisi.
I centri benessere, con un tasso di crescita del 69,3% dal 2002 ad oggi, detengono il record di natalità imprenditoriale.
Anche il turismo si conferma grande ‘motore’ di piccola imprenditorialità, in particolare nella costruzione e manutenzione di imbarcazioni sportive e da diporto che, negli ultimi 4 anni, ha fatto registrare un aumento del 37,7% delle aziende.
Continua la tendenza positiva dei settori dell’informatica e telecomunicazioni che contano un totale di 13.690 piccole aziende: dal 2002 al 2006 ne sono state avviate 2.288, per un tasso di incremento del 20,1%. E il settore si popola di nuovi mestieri: si va dall’animatore digitale che costruisce musei virtuali al riparatore di computer on line. Ma la rivoluzione tecnologica apre spazi anche per la trasformazione e la rinascita di vecchi mestieri che oggi sembrano in declino: se la casa del futuro sarà tutta cablata e ‘in rete’ serviranno i cyber-idraulici in grado di effettuare la manutenzione degli elettrodomestici ‘intelligenti’, dalla lavatrice telecomandata al frigorifero che fa la spesa da solo.
Aumentano i buongustai, e così l’alimentare non conosce crisi: negli ultimi 4 anni, le imprese di questo comparto sono cresciute dell’11,9%, passando da 69.149 nel 2002 a 77.398 nel marzo 2006. Confartigianato segnala in particolare le buone performances delle attività di gelateria (+18,8%) e di pasticceria (+14,8%).
La tutela dell’ambiente, poi, ha fatto aumentare dell’11,3% le piccole imprese che si occupano di smaltimento rifiuti e diventano sempre più numerosi gli esperti di disinquinamento, i progettisti e installatori di aree verdi, i tecnici in energia eolica e fonti rinnovabili, i riciclatori dei rifiuti hi-tech che vengono prodotti in quantità sempre più abbondante.
Tra i settori in crisi, va male per il tessile e per l’abbigliamento che, dal 2002 ad oggi, hanno perso 8.200 piccole aziende.
Segno negativo anche per la lavorazione del legno dove, negli ultimi 4 anni, si è registrata una diminuzione di 5.493 imprese, per la riparazione di auto e moto, che ha visto la scomparsa di 5.638 attività, e per la riparazione di beni personali che ha subito un calo di 6.863 imprese.
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