13 Agosto 2006, h. 10:09

FISCO Confartigianato: “Colpire l’evasione fiscale di 570.000 imprese-fantasma. Sì alla revisione degli studi di settore” 

 “I dati del Ministero dell’Economia vanno letti ed utilizzati in modo corretto, non certo per criminalizzare alcune categorie produttive”. 

E’ quanto sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini commentando i dati sulle dichiarazioni dei redditi 2004 diffusi dal Ministero dell’Economia.

“Non vorremmo – sottolinea Guerrini – che qualcuno intendesse strumentalizzarli per precostituire le condizioni di una stangata autunnale a danno dei piccoli imprenditori”. 

“L’evasione fiscale – aggiunge il Presidente di Confartigianato – va perseguita ovunque essa si annidi, ma soprattutto con una forte azione per far emergere quei 570.000 ‘operatori fantasma’ che  costituiscono il fenomeno dell’economia sommersa e che evadono imposte e contributi per 18,3 miliardi di euro l’anno. Gli abusivi e gli irregolari, ma anche le società che dichiarano reddito pari a zero, sono infatti i peggiori nemici degli imprenditori che lavorano alla luce del sole i quali, negli ultimi anni, hanno subito gli effetti più gravi della crisi economica, come testimonia oggi Aldo Bonomi con il suo fondo su ‘Il Sole 24 Ore’ dal titolo ‘Quella visione distorta degli autonomi’. Proprio per questi motivi, riteniamo che gli studi di settore debbano sì essere revisionati ma anche al ribasso, per tenere conto delle situazioni di difficoltà di alcuni comparti come, ad esempio, quelli del tessile-abbigliamento e dell’autotrasporto”. 

Guerrini, inoltre, “raccomanda attenzione a quei 47.000 soggetti cui non si applicano gli studi di settore. Si tratta, per la maggior parte, di società di capitale metà delle quali dichiara redditi nulli o perdite”. 

“Più in generale – fa osservare Guerrini – va rifondato il patto tra fisco e contribuenti all’insegna della concertazione con le categorie produttive. Siamo pronti a sederci attorno al tavolo per discutere e confrontarci con il Ministero dell’Economia. Ciò che non accettiamo sono invece le ‘fughe in avanti’, come quella compiuta nel decreto legge 223, il cosiddetto Bersani-Visco, che ha modificato la materia dell’accertamento in materia di studi di settore senza alcuna concertazione con le parti sociali”.

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