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INNOVAZIONE
La sicurezza informatica è investimento strategico per le Mpmi

“La sicurezza informatica non va considerato un costo per le imprese, ma un’opportunità, un investimento per proteggere il patrimonio prezioso dei dati aziendali ed aumentare la competitività sul mercato. Non c’è tempo da perdere: tutte le imprese, anche quelle di piccola dimensione, sono a rischio di attacchi informatici e devono adottare strumenti e sistemi efficaci per proteggersi, adeguandosi alle normative sempre più stringenti in tema di cybersicurezza. Ma le norme, per essere efficaci, devono essere applicabili”.

E’ il messaggio lanciato da Fabrizio Peresson, Presidente di Confartigianato ICT, nel corso dell’evento ‘La cybersecurity a misura di Mpmi’ che il 19 e il 20 giugno Confartigianato ha dedicato al tema della sicurezza informatica con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, degli enti di normazione, di esperti ed esponenti di grandi aziende.

La prima giornata si è svolta a Roma, presso la Sede di Confartigianato, ed è servita a tracciare lo stato dell’arte della legislazione in materia di protezione della sicurezza digitale e della sua applicazione. I lavori sono stati coordinati da Andrea Scalia, responsabile Innovazione, Reti, Progetti di coesione di Confartigianato e da Francesca Nava, coordinatrice del gruppo di lavoro Cybersecurity di Confartigianato ICT.

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Milena Antonella Rizzi, Prefetto e Capo Servizio Regolazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, ha illustrato le fasi di attuazione in Italia della direttiva europea NIS2 che mira a rafforzare la sicurezza informatica in settori chiave dell’economia e della società, estendendo il suo raggio d’azione a un numero maggiore di aziende rispetto alla precedente normativa. L’impegno – ha spiegato il Prefetto Rizzi – è di applicarla in Italia secondo  principi di gradualità e proporzionalità per favorire l’adeguamento delle piccole imprese agli obblighi sulla sicurezza informatica. A questo scopo è fondamentale la concertazione e la condivisione con le categorie produttive e con le organizzazioni di rappresentanza come Confartigianato.

L’importanza della collaborazione di cittadini e imprese con le istituzioni preposte alla sicurezza informatica è stata sottolineata anche da Cristiano Leggeri, Direttore della III Divisione Servizio di Polizia Postale, il quale ha fatto rilevare che oggi ci troviamo immersi in una vera e propria rivoluzione culturale. I dati sono il grande valore e la ricchezza delle imprese e della società. Ma proprio per questo sono a rischio di aggressioni. Ognuno deve fare il suo affinchè la tecnologia non ci danneggi. Quindi le imprese devono puntare sulla prevenzione, sulla formazione, sulla consapevolezza, sulla conoscenza, sulla capacità di gestire il rischio anche attraverso la partnership tra pubblico e privato.

Silvia Cellini, dell’Ufficio Studi di Confartigianato, ha evidenziato come la sicurezza informatica sia un fattore strategico per l’innovazione e la crescita economica, riconosciuta come prioritaria dall’83,1% delle imprese italiane — una quota superiore alla media UE (71,1%) e seconda solo all’Irlanda. Tuttavia, permangono lacune operative: solo il 32,2% delle imprese italiane adotta almeno 7 delle 11 misure di sicurezza monitorate da Istat, un dato ancora sotto la media europea (38,5%), sebbene in crescita rispetto al 28% del 2022. Un’importante criticità è rappresentata dall’aumento dei reati informatici, cresciuti del 45,5% tra il 2019 e il 2023, molto più dei reati contro l’attività d’impresa (+10%). Il 15,8% delle imprese ha subito incidenti informatici con conseguenze negative, soprattutto l’indisponibilità dei servizi ICT, spesso causata da problemi hardware e software. Rispetto ad altri paesi europei, la quota italiana è più bassa della media UE (21,5%), della Germania (25,1%) e della Francia (25%), ma in linea con la Spagna (15,9%).
Tra le imprese che hanno investito nella digitalizzazione tra il 2019 e il 2023, la cybersicurezza è risultata la priorità per il 35,5%, percentuale destinata a crescere al 42,6% nel 2024. Tuttavia, l’Italia sconta un forte gap di competenze: il 22,8% delle imprese segnala difficoltà a reperire figure con competenze adeguate in sicurezza informatica — il dato più alto tra i principali paesi europei, ben sopra la media UE (12%). Le maggiori difficoltà riguardano i progettisti e amministratori di sistemi (63,7%).

Prevenzione è la parola d’ordine, la regola per garantire la tutela dei dati personali: ne sono convinti Dorotea Alessandra De Marco e Guido Scorza, del Garante Privacy, secondo i quali le azioni per la protezione della privacy devono essere considerate dalle imprese un investimento, un driver per la competitività. Ma è importante che le imprese evitino il ‘fai da te’ e si rivolgano a professionisti affidabili.

Matteo Lucchetti, Direttore operativo di Cyber 4.0, il Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione per la cybersecurity promosso e finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha illustrato gli strumenti, i servizi e gli incentivi a disposizione per favorire la compliance delle piccole imprese sul fronte dell’adeguamento agli obblighi sulla sicurezza informatica.

Adeguamento che deve essere rapido, hanno raccomandato Alessandro Guarino, Presidente, CEN-CENELEC/JTC 13/WG5 “Data protection and identity management” e Fabio Guasconi, Presidente UNI/CT510 ‘Sicurezza’, approfondendo gli aspetti della normazione tecnica in materia di sicurezza dei dati informatici.

Giancarlo D’Andrea, Senior Security Manager di LEONARDO S.p.A, ha ribadito l’importanza della sicurezza informatica anche a fronte degli scenari geopolitici mondiali. Le imprese devono ridefinire le strategie di protezione per fronteggiare rischi e minacce globali. La sicurezza informatica è un investimento strategico per migliorare la competitività ed accedere alle catene di fornitura delle grandi aziende.

Il 20 giugno si svolgono 8 seminari organizzati da Associazioni e Federazioni di Confartigianato (Arezzo, Romagna, Sardegna, Lecce, Udine, Bergamo, Marca Trevigiana, Campobasso) che nel corso della giornata analizzano i molteplici aspetti della sicurezza informatica.

 

Studi
CYBERSICUREZZA
Il 15,8% delle imprese colpito da incidenti informatici

La transizione digitale amplia i rischi per i sistemi informatici delle imprese come anche recentemente evidenziato nella Relazione per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale del 29 maggio scorso.

Decisa la crescita della platea di famiglie e imprese utenti di servizi finanziari digitali tra il 2019 e il 2024 gli utenti di home e corporate banking sono aumentati del +25,8% e sfiora il raddoppio il peso dell’importo dei pagamenti con POS, che passa dal 8,3% al 15,7% sul valore aggiunto.

La cybersicurezza è un fattore strategico per la tutela dei processi di innovazione e crescita dell’economia ed in Italia l’83,1% delle imprese le attribuisce un’alta importanza, quota superiore al 71,1% della media UE, e seconda solo all’Irlanda. Tuttavia, solo il 32,2% adotta almeno 7 misure di sicurezza sulle principali 11 monitorate dell’Istat, quota inferiore rispetto al 38,5% dell’UE ma comunque in crescita rispetto al 28,0% del 2022.

Il 15,8% delle imprese ha subito incidenti di natura informatica che hanno portato come conseguenze negative l’indisponibilità dei servizi ICT, distruzione o danneggiamento dei dati e/o divulgazione di dati riservati. Nel confronto europeo la quota di imprese colpite è inferiore rispetto al 21,5% della media UE, al 25,1% della Germania, al 25,0% della Francia e al 15,9% della Spagna. In particolare, la conseguenza più frequente è l’indisponibilità dei servizi ICT soprattutto a causa di problematiche legate ad hardware e software: un ambito che necessita di maggior investimenti, per cui sarebbe prezioso il supporto mediante incentivazioni pubbliche, e che stimola l’offerta di servizi di gestione e manutenzione. Fortunatamente risulta ancora molto contenuta la quota di imprese che segnala danni collegati alla distruzione o danneggiamento dei dati ed alla divulgazione di dati riservati, un aspetto che concorre anche alla valutazione della reputazione delle imprese.

L’analisi è contenuta nel rapporto ‘Cybersecurity, un asset chiave per la trasformazione digitale delle imprese’ dell’Ufficio Studi presentato da Silvia Cellini nel corso dell’evento organizzato da Confartigianato che si apre oggi dedicato alla sensibilizzazione sulla cybersicurezza. Qui per scaricarlo. Il rapporto sottolinea altresì la crescente centralità della cybersicurezza nel contesto della trasformazione digitale, evidenziando alcune criticità soprattutto sul fronte delle competenze, degli investimenti e del trend dei reati digitali.

In un contesto di allentamento della stretta monetaria che sta portando ai primi segnali positivi sulla dinamica degli investimenti, si sottolinea che tra le imprese che hanno investito in digitalizzazione nel quinquennio 2019-2023 la sicurezza informatica è la prima tipologia di investimento di elevata importanza: si tratta del 35,5% delle imprese e la quota sale al 42,6% nel 2024. Questa crescente importanza è correlata anche con la diffusione dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che – come delineato da una nostra recente analisi su IA e imprese – e che vede la sicurezza informatica come prima applicazione.

Sul fronte del capitale umano, il 22,8% delle imprese ha difficoltà nel reperire personale con adeguate competenze in materia di sicurezza informatica, quota che supera nettamente il 12% dell’UE ed è la più alta tra i principali paesi europei. In particolare, le imprese faticano ad assumere ben il 63,7% dei progettisti e amministratori di sistemi che comprendono i cyber security expert, mentre la difficoltà media è pari al 47,8% per il totale dei lavoratori.

La vivacità della digitalizzazione, a cui si associa la crescente importanza della sicurezza informatica, stimola l’economia digitale: i servizi di informazione e comunicazione, insieme alle sostruzioni, trainano il recupero dell’economia nel post pandemia con un aumento del 21,5% del valore aggiunto a prezzi costanti a fronte del +6,2% del totale economia. Risulta quindi stimolata la nascita delle imprese digitali operanti nei settori dei servizi internet, realizzazione di portali web, produzione software e commercio elettronico. Il quadro sulle imprese digitali in ‘L’artigianato italiano, pilastro dell’economia e della cultura. Si tratta a fine 2024 di 156.859 imprese, di cui 12.454 artigiane (7,9% del totale) che risulta particolarmente presente nei servizi non commerciali. Questo cluster di imprese cresce sia in un anno sia rispetto al 2019 a fronte della flessione del complesso delle imprese totali ed artigiane. Il quadro sulle imprese digitali in ‘L’artigianato italiano, pilastro dell’economia e della cultura’, Elaborazione Flash speciale per la IV Giornata della Cultura Artigiana dello scorso 19 marzo.

Una criticità è rappresentata dalla crescita dei reati informatici, che in quattro anni (2019-2023)  sono aumentati del +45,5% a fronte del +10,0% dei delitti che colpiscono l’attività d’impresa..

 

Imprese che hanno investito in aspetti tecnologici della trasformazione digitale con un grado di importanza medio-alta

Quinquennio 2019-2023. % su imprese che hanno fatto investimenti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

Comunicati stampa
LAVORO
Le Confederazioni artigiane siglano accordo interconfederale con Cgil, Cisl, Uil su sicurezza lavoro

Oggi, a conclusione di un lungo e positivo confronto negoziale, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai hanno firmato con Cgil, Cisl, Uil un importante accordo interconfederale in materia di salute e sicurezza sul lavoro per le imprese artigiane e le piccole imprese, che aggiorna e sostituisce l’accordo del 2011.

L’intesa, valorizzando la consolidata esperienza delle relazioni sindacali e della pariteticità del comparto artigiano, ha l’obiettivo di   rendere più efficaci le azioni di prevenzione e di contrasto agli infortuni sul lavoro attraverso un forte investimento, sia in termini di risorse che di formazione, sul sistema della rappresentanza territoriale dei lavoratori in materia di sicurezza.  Un modello basato sulla cooperazione attiva fra le parti, che mira a realizzare azioni di prevenzione e sicurezza sostanziale.

“L’accordo – sottolineano i presidenti di Confartigianato Marco Granelli, di Cna Dario Costantini, di Casartigiani Giacomo Basso, di Claai Stefano Fugazza – sta a testimoniare che per le nostre Confederazioni il tema della sicurezza sul lavoro è di primaria e fondamentale importanza.  Il nostro obiettivo è quello di realizzare luoghi di lavoro sempre più sicuri anche attraverso la collaborazione con il sindacato. Viene infatti valorizzato il modello della rappresentanza territoriale dei lavoratori per la sicurezza, che per noi è il modello di rappresentanza più efficace per le micro e piccole imprese. Riteniamo necessario inoltre intensificare gli sforzi per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro, che riconosce il valore fondamentale della vita e della salute delle persone che operano all’interno dell’impresa”.

Il nuovo accordo ribadisce, infine, il ruolo centrale della contrattazione territoriale.

 

Notizie
MEDIA
Confartigianato Alimentazione a 'UnoMattina Estate' con la forza del food artigiano made in Italy

Il valore del cibo artigiano italiano come motore economico e culturale del Paese è stato al centro dell’intervento di Cristiano Gaggion. Presidente di Confartigianato Alimentazione, oggi ospite del programma di Rai1 “UnoMattina Estate”. In studio con lui anche Sue Ellen Mannori, Presidente del Consorzio di tutela della Mortadella di Prato IGP, un’eccellenza gastronomica, nata alla fine del 1700, rilanciata negli anni ’50 e oggi esportata nel mondo.Leggere di più