Comunicati stampa
LAVORO
Salario minimo: no a imposizione per legge. Vera garanzia per lavoratori è contrattazione collettiva
©Presidenza Consiglio dei Ministri

“Il salario minimo per legge non è la soluzione: rischia di indebolire i salari, aumentare la frammentazione contrattuale e compromettere il welfare contrattuale conquistato con anni di negoziazione tra le parti sociali”. È questa la posizione espressa dai rappresentanti di Confartigianato Imprese e CNA in occasione dell’audizione odierna presso la Commissione Lavoro del Senato, nell’ambito dell’esame dei disegni di legge in materia di salario minimo.Leggere di più

Notizie
EVENTI
Confartigianato, Mur e Università insieme per la formazione accademica nell'artigianato

Un percorso di formazione universitaria per creare competenze economiche e manageriali ad hoc per le imprese artigiane. E’ il progetto che viene presentato sabato 17 maggio, a Padova, nel corso dell’evento “ArtigianI@ – Una laurea in Intelligenza Artigiana” organizzato da Confartigianato in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca.Leggere di più

Notizie
EVENTI
Alla Convention 2025 strategie e progetti per il futuro di Confartigianato e delle imprese


Quasi 600 dirigenti e funzionari a Rimini per la Convention 2025 di Confartigianato, per affrontare i nodi cruciali della rappresentanza e accompagnare le piccole imprese italiane verso un futuro sempre più tecnologico e innovativo.

“Se stiamo insieme ci sarà un perché… Dai legami deboli ai legami forti. Verso una piattaforma di Sistema” è il titolo della manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 70 associazioni territoriali di Confartigianato, giunte in Romagna per rafforzare i legami e fluidificare le connessioni tra gli elementi e i centri del Sistema. L’obiettivo è una rappresentanza sempre più efficace e performante, capace di portare le istanze dell’artigianato e della piccola impresa italiana al centro dell’agenda politica italiana.

“Ci siamo trasferiti dalla Capitale alla costa romagnola in un luogo bellissimo e funzionale come il Palacongressi di Rimini. Vogliamo dare un messaggio di stretta sinergia, di perfetto connubio tra le politiche e le strategie associative, la managerialità e l’organizzazione. Vogliamo rafforzare sempre più l’idea vincente dell’impresa artigiana, dei suoi valori e delle sue capacità di interpretare appieno quella che è l’eccellenza, la qualità del nostro made in Italy – ha spiegato il Presidente di Confartigianato, Marco GranelliOggi vogliamo ribadire queste nostre intenzioni, perché crediamo che in un mondo che cambia con dinamiche istantanee e in contesti mutevoli, tra conflitti, dazi e un’Europa che non riesce sempre a cogliere le esigenze di cittadini e imprese, oggi ribadiamo la necessità di stare assieme con obiettivi alti e ambiziosi, in primis arrivare a nuova modernizzazione della legge quadro dell’artigianato vecchia ormai di quarant’anni. Reti, piattaforme condivise e consorzi sono strumenti in grado di unire i nostri centri e creare nuove, entusiasmanti opportunità di sviluppo economico per le imprese”.

Reti e piattaforme sono strumenti fondamentali per avvicinare i tanti centri di un sistema complesso come quello di Confartigianato. “Oggi, dopo l’evoluzione degli ultimi anni che ha portato l’Organizzazione ad un livello maggiore, la sfida è andare verso un’evoluzione sempre più concettuale – ha spiegato Gianluca Gregori, Rettore dell’Università delle Marche e Presidente di WeBuild alla Convention 2025 di Confartigianato – Vogliamo provare a sistematizzare e a inserire i diversi elementi all’interno di una soluzione organizzativa. In particolare, affrontando un iter logico di connessioni, prima parlando dei modelli organizzativi necessari per il cambiamento, poi soffermandoci sugli aspetti nuovi della competizione e degli strumenti attuali. Per arrivare, infine, a comprendere che la piattaforma, o meglio le piattaforme, possono rappresentare una soluzione. Ogni territoriale ha un suo perimetro, spesso provinciale, e la necessità di collegarsi in maniera più forte e di mettere in connessione informazioni e dati. Se vogliamo ragionare in termini aggregativi o di collaborazioni, è chiaro che la situazione aumenta in maniera molto ampia se non abbiamo più solo le informazioni di un territorio, ma abbiamo le informazioni, ad esempio, d’Italia, riusciremo ad avere una capacità di analisi molto più ampia. Questo come si traduce? In nuovi servizi per le imprese associate. Da questo punto di vista, vedo una crescita evolutiva e concettuale di quello che il Sistema Confartigianato può fare. Questo per evitare anche un altro rischio: dipendere dalle piattaforme che altri stanno creando”, ha concluso il Rettore Gregori.

Un’altra opportunità importante sono i centri d’eccellenza, capaci di strutturare un cambiamento inevitabile. “Sono veri pilastri per le reti, che possono rappresentare uno strumento di competitività per le piccole imprese e una sede di alleanza tra piccole e medie imprese su progetti nazionali ed internazionali. Il centro d’eccellenza è un centro produttivo tecnologico che, come abbiamo sentito oggi, può essere rappresentato anche da soggetti che gestiscono dati e li mettono a disposizione di piccole e medie imprese. Credo che sotto questo profilo il centro d’eccellenza possa essere rappresentato come elemento discriminante alla competitività – ha spiegato Federico Vecchioni, Amministratore delegato del Gruppo BF dal palco della Convention 2025Più ci si lega a un centro d’eccellenza, più il contesto e il tessuto produttivo può essere forte. Dico anche che i centri d’eccellenza sono uno straordinario biglietto da visita per chi si vuole porre l’obiettivo di crescere in altri mercati. Oggi, Confartigianato ha spiegato come il centro d’eccellenza possa, in questo senso, rappresentare un catalizzatore e un veicolo per la crescita delle piccole e medie imprese”.

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Studi
ORAFI
Crisi globale e il made in Italy dell’oreficeria. Il report di Confartigianato a Oroarezzo

 

L’Italia è il primo paese dell’Unione europea nella produzione di gioielleria con 33mila addetti nel settore, pari ad oltre un quarto (27,5%) del totale UE, davanti a Francia con 27mila addetti, Germania con 14mila addetti, Spagna con 7mila addetti e Polonia con 6mila addetti. La leadership europea è sostenuta da un’alta vocazione artigiana: il comparto della gioielleria conta 10.606 imprese, di cui 8.177, pari al 77,1% sono imprese artigiane, nelle quali lavora la metà (45,5%) degli occupati.

L’analisi del settore è proposta nel report ‘Imprese e made in Italy dell’oreficeria: le sfide del nuovo (dis)ordine mondiale’ presentato oggi da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi, in un talk show a Oroarezzo 2025 promosso dalla Consulta Orafa. Qui per scaricare il report. L’evento ospiterà i lavori del Consiglio Nazionale di Confartigianato Orafi. Qui le iniziative di Confartigianato Arezzo nell’ambito della mostra.

L’andamento del comparto orafo italiano si inserisce in un contesto globale caratterizzato dalla guerra dei dazi, da tensioni geopolitiche, da un rallentamento della manifattura europea e da una prolungata fase recessiva della Germania. L’annuncio dei dazi da parte degli USA e delle contromisure di Cina e UE ha portato l’indicatore di incertezza sugli scambi commerciali ai massimi storici e ad una revisione al ribasso delle previsioni di crescita dell’export italiano, rinviando la ripresa delle vendite del made in Italy al 2027.

Il comparto orafo, pur segnando un calo della produzione, si distingue per una performance positiva dell’export che nel 2024 è salito del 38,9%, un incremento trainato dalla forte crescita delle vendite in Turchia. Tra gli altri mercati, si osserva una crescita delle vendite dell’oreficeria made in Italy negli Emirati Arabi Uniti – quarto mercato dell’oreficeria italiana – oltre che nei Paesi Bassi, in Israele, Corea del Sud e Panama (qui il recente focus dell’Ufficio Studi sul mercato panamense).

Il quadrilatero d’oro – Nel 2024 l’Italia esporta prodotti della gioielleria per 16,0 miliardi di, pari al 41,6% del totale UE. L’87,7% dell’export italiano si concentra nella quattro province di Arezzo, Alessandria, Milano e Vicenza. In una classifica ibrida tra territori italiani e gli altri 26 paesi UE, il quadrilatero d’oro è il primo esportatore dell’Unione europea, davanti a Francia, Belgio, Germania e al resto dell’Italia.

Tra le quattro province top si registra una maggiore specializzazione del comparto ad Arezzo e Alessandria dove che l’occupazione nel settore orafo è pari rispettivamente al 6,8% e al 4,8% del totale a fronte della media nazionale dello 0,2%.

Il rischio dazi e l’export negli USA – Nel 2024 gli Stati Uniti sono il secondo mercato per l’export orafo italiano dietro alla Turchia, dopo essere stato primo mercato tra il 2020 e il 2023. Tra i territori del ‘quadrilatero d’oro’ gli USA sono il primo mercato per l’oreficeria della provincia di Vicenza, e il terzo per quelle di Arezzo, Alessandria e Milano. Il valore delle esportazioni è di 1.479 milioni di euro nel 2024, pari al 9,3% del totale export orafo italiano. Una applicazione di dazi aggraverebbe il calo delle vendite sul mercato USA che nel 2024 ha già registrato una flessione del 9,2% rispetto al 2023.

Il mercato USA rimane strategico ma meno centrale rispetto al passato. La dipendenza da politiche tariffarie rende il mercato vulnerabile. Diventa cruciale diversificare i mercati e rafforzare il posizionamento competitivo della produzione italiana della gioielleria, come evidenziato un recente studio di Confartigianato sulle esportazioni dei settori di MPI – che comprende anche la gioielleria –  in aree ad elevato potenziale: America Latina, Sud Est Asiatico, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa Subsahariana.

Le sfide – Il comparto orafo italiano si conferma un’eccellenza del made in Italy, resiliente e capace di crescere nonostante il difficile contesto globale. Le sfide per il futuro sono delineate dalla crisi demografica che contribuisce ad accentuare la difficoltà di reperimento del personale, gli investimenti per affrontare la doppia transizione, digitale e green, la qualità del prodotto e l’innovazione. Su questi temi il report di Confartigianato sottolinea che la gioielleria è il primo settore manifatturiero per la presenza di presenza di design nei progetti di innovazione, mentre evidenzia che nel 2024 il 71,6% delle entrate di orafi e gioiellieri è risultato di difficile reperimento, un fenomeno più accentuato in Lombardia (87,1%) e Piemonte (79,4%) e Veneto (72,2%).

 

 

Export gioielleria e pietre preziose nel ‘quadrilatero d’oro’, resto d’Italia e altri 26 paesi Ue

2024, milioni di euro. Nace 2 32.1. Quadrilatero AVAM: Arezzo, Vicenza, Alessandria, Milano – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat