9 Giugno 2015, h. 12:22
Nei settori driver dell’artigianato imprese in crescita del 2,9%
L’analisi dei recenti dati sulla demografia di impresa evidenzia alcuni comparti dell’artigianato che nel I trimestre 2015 sono in controtendenza rispetto alla fase di selezione in corso: considerando le divisioni economiche rilevanti – che contano oltre 1.000 imprese registrate – si individuano 12 settori driver in cui operano complessivamente 152.496 imprese, pari all’11,2% dell’artigianato italiano, che nel I trimestre 2015 registrano una crescita del 2,9%, pari a 4.243 unità in più, a fronte di una flessione del totale delle imprese artigiane dell’1,6%.
Nello specifico – considerando le variazioni assolute – troviamo al primo posto le Attività di servizi per edifici e paesaggio[1] – il 3,0% dell’artigianato – con 1.399 imprese in più, pari al 3,5%, seguite dalla Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature – l’1,5% dell’artigianato nazionale – con 852 imprese in più, pari al 4,4%, dalle Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese[2] – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 481 imprese in più, pari al 9,1%, dalle Industrie alimentari[3] – rappresentano il 2,9 dell’artigianato nazionale – con 462 imprese in più, pari all’1,2%.
Crescono le interazioni tra artigianato e servizi, con particolare riferimento alla distribuzione, logistica e all’Information and Communication Technology: tra i settori maggiormente dinamici, infatti, troviamo il Commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 299 imprese in più, pari al 5,8%, la Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 217 imprese in più, pari al 4,2%, le Attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici[4] – lo 0,4% dell’artigianato nazionale – con 206 imprese in più, pari al 4,4%, il Commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli e di motocicli) – lo 0,1% dell’artigianato nazionale – con 199 imprese in più, pari al 19%, il Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti – lo 0,2% dell’artigianato nazionale – con 42 imprese in più, pari all’1,8%. Crescita pari o inferiore al punto percentuale per Altre attività professionali, scientifiche e tecniche[5] – l’1,5% dell’artigianato nazionale – con 39 imprese in più, pari allo 0,2%, Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali – lo 0,3% dell’artigianato nazionale – con 37 imprese in più, pari all’1,0%, e Istruzione – lo 0,2% dell’artigianato nazionale – con 10 imprese in più, pari allo 0,5%.
Dinamica dei settori rilevanti e driver dell’artigianato
(I trim. 2015-val. ass.su I trim. 2014- Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere)
[1] Comprendono prevalentemente la pulizia di edifici, la cura e la manutenzione del paesaggio, la pulizia dei macchinari, global service (definito dalla norma della serie UNI 10685/98 come “un contratto, basato sui risultati, che comprende una pluralità di servizi sostitutivi delle normali attività di manutenzione, con piena responsabilità dei risultati da parte dell’assuntore”. Tipicamente usato per esternalizzare funzioni proprie cioè l’outsourcing) ecc
[2] Comprendono ad esempio l’attività di imballaggio e confezionamento per conto terzi
[3] Comprendono ad esempio la produzione di latte e suoi derivati, di pane, di prodotti di pasticceria freschi, di paste alimentari e prodotti farinacei, la conservazione e lavorazione di carne, di pesce, di ortaggi e di frutta
[4] Comprende la configurazione dei pc, il recupero dati da computer danneggiati e l’installazione di software non connessa con la produzione e la consulenza
[5] Comprendono ad esempio le attività di design specializzate, le attività fotografiche, le attività di traduzione e interpretariato, la Consulenza agraria, tecnica e in materia di sicurezza
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