18 Giugno 2015, h. 13:25
Investimenti pubblici giù di 1,3 punti di Pil in 6 anni. Per rilancio coinvolgere in lavori di minore importo anche le imprese pubbliche nazionali
Nella prospettiva di irrobustimento della crescita va considerata, oltre al valore assoluto della spesa pubblica, anche la composizione della stessa. La bassa crescita dell’economia italiana si associa ad una domanda debole, con particolare riferimento agli investimenti. Come indicato nel DEF 2015 “la carenza di investimenti appare particolarmente acuta in diversi settori fondamentali per la competitività“.
Spesa pubblica per investimenti: il gap tra Italia ed Eurozona
(Anni 2006-2014 – % Pil – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea)
Il quadro di finanza pubblica del Documento evidenzia che nel 2015 si interrompe la caduta del valore degli investimenti pubblici anche se la più recente comparazione europea indica che nel 2015 la quota per l’Italia è inferiore di mezzo punto di Pil alla media Uem. La più bassa crescita dell’economia italiana e la grave sofferenza del settore delle Costruzioni – che dal 2008 al 2014 ha registrato una perdita di 521.000 occupati – richiederebbe investimenti pubblici superiori alla media europea; al contrario, invece, si stima che il gap con l’Eurozona equivale – a prezzi correnti – a minori investimenti pubblici in 10 anni (2006-2015) pari a 57,3 miliardi di euro.
Un importante driver del rilancio della spesa per investimenti può essere costituito dalla domanda delle Imprese Pubbliche Nazionali, anche nei lavori di minore importo, più facilmente intercettabili da micro e piccole imprese.
Spesa pubblica consolidata per opere immobiliari, mobili e macchinari per tipologia di soggetto
(Milioni di euro – media annua 2010-2012 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mise – Dps)
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Il perimetro di questa tipologia di imprese delineato nei Conti pubblici territoriali include, tra gli altri, Cassa Depositi e Prestiti, big utilities come ENEL, Poste Italiane, Ferrovie dello Stato ed ENI, Aeroporti di Roma, Alitalia, Finmeccanica, Fintecna, RAI, oltre che Terna, il gestore della rete elettrica nazionale.
La spesa per Beni e opere immobiliari e per Beni mobili, macchinari delle Imprese pubbliche nazionali vale, in media annua, 15.923 milioni di euro, pari all’1,0% del Pil; tale categoria di soggetti rappresenta il 52,1% della spesa pubblica delle Amministrazioni pubbliche destinata ai beni in esame.
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